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Reggiana, Napoli: il bomber cuore e tatuaggi per sognare la B

Reggiana, Napoli: il bomber cuore e tatuaggi per sognare la BTUTTO mercato WEB
mercoledì 23 agosto 2017, 09:152017
di Claudia Marrone

Quando si è bambini, nella maggior parte dei casi, si sogna di diventare calciatori, si sogna di essere il futuro Maradona, Del Piero, Neymar, o ognuno il talento della propria generazione. La borsa da calcio, a 6 anni, è sempre troppo grande, pesante, con i vestiti di ricambio, gli accappatoi, le scarpette, ma la fatica non si sente, il rettangolo verde - anche se in miniatura - cancella ogni peso; come lo cancella quando di anni si inizia ad aver quelli dell'adolescenza, quando nella borsa da calcio a pesare, più di un asciugamano bagnato, sono i sogni, le speranze, le poche certezze che l'inseguire un desiderio dà. Soprattutto quando si capisce che quel sogno cullato da bambini può realizzarsi davvero, perché magari ti chiami Aiman Napoli, e l'Inter vuol puntare su di te.
Parte cosi la trafila delle giovanili in nerazzurro per quel ragazzetto della provincia di Milano, che cresce, arriva quasi a farcela ma è poi costretto a vedere solo i suoi amici realizzare un sogno - il sogno - perché una brutta malattia, l'artrite reumatoide, lo mette ai box, proprio nel momento cruciale della carriera; proseguire non è facile, sentirsi dire che il futuro è a rischio non sempre da capacità di reazione, ma la testardaggine del classe '89, dopo qualche tempo, ha la meglio, il gol vincente Napoli lo mette a segno e torna a giocare. Ma il destino non gli vuol bene, e crescendo ancora, nell'epoca dei social, l'attaccante si trova a dover combattere un'altra battaglia, quella dei pregiudizi di chi lo giudica solo per un fisico scolpito, i tanti tatuaggi, l'abbigliamento alternativo esibiti in svariati selfie: quelli che vanno di moda, quelli che alla fine tutti fanno, ma che per la gente diventano simbolo di stupidità e pochezza se a farli è Napoli. Parlare senza conoscere, non andare oltre le apparenze: altra moderna malattia, che non colpisce però Napoli, che anzi, riesce ancora a farsi scudo e, testa bassa e pedalare, trova la sua rivincita a Renate, dove a parlare per lui è il campo: facile dire che emergere in una piccola piazza è da tutti, un fatto quasi irrilevante, come per altro se la maglia nerazzurra fosse meno di altre. Se è cosi facile, perché non tutti si è arrivati ad avere un contratto professionistico? Altra battaglia vinta, ma di aver serenità non se ne parla. La sua love story attira nuovamente le critiche: la fidanzata è una ex "corteggiatrice" del programma tv "Uomini&Donne".

Come se questo, oltre la finzione e magari il trash dell'etere, impedisse a una persona, nella vita reale, di provare poi dei sentimenti sinceri. Come se un rapporto privato, alla fine, dovesse riguardare tutti: la licenza al commento che, appunto ai tempi dei social, gli webeti (arguta definizione coniata da Mentana per determinati internauti) si prendono. Napoli vince però anche questa battaglia, con la felicità. E si torna quindi al calcio, perché una nuova esperienza bussa alla vita del giocatore: mister Menichini lo vuole alla Reggiana. E lui accetta, può essere l'occasione della vita, la svolta, quella che può portare a quella Serie B solo poco assaporata.
A 28 anni una nuova e difficile battaglia: ma testa alta e spalle dritte, come sempre per il ragazzo, perché guardandosi indietro e vedendo quel bambino che viaggiava con il borsone più grande di lui, si fa chiaro il fatto che il tempo di mollare, per quelli come Napoli, non arriva mai. Del resto i cassetti sono per tutti, i sogni solo per i coraggiosi.