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Reggiana, Spanò sbotta: "Il rispetto non dura un solo minuto"

Reggiana, Spanò sbotta: "Il rispetto non dura un solo minuto"TUTTO mercato WEB
martedì 13 marzo 2018, 17:562018
di Tommaso Maschio

Il difensore della Reggiana Alessandro Spanò non ce la fa a tenersi tutto dentro e far buon viso a cattivo gioco e dopo gli insulti ricevuti da un suo compagno nella sfida contro la Fermana, arrivati a pochi minuti di distanza dal minuto di silenzio per la prematura scomparsa del difensore della Fiorentina Davide Astori, ha deciso di affidare ai propri profili social l'amarezza e la rabbia per quanto accaduto: “Ci siamo uniti tutti. Minuto di silenzio. Un semplice, ma incredibile profondo momento di rispetto. Rispetto, quello che dopo pochi minuti dal fischio d'inizio sembra completamente svanito. Dagli spalti si sente ripetutamente urlare nei confronti di un compagno I tuoi figli devono morire. Inutile dire che l'unica sua colpa fosse quella di essere un avversario. Oggi non me la sento di far finta di nulla. A Loro dico, col più profondo disprezzo forse pensavate di ferire, forse vi fa sentire forti, ma la realtà è che siete delle piccole e deboli persone, che i palesano per quel poco che sono, ma noi non ve la daremo vinta. - continua Spanò - Per concludere, mi rivolgo a tutta la stragrande maggioranza delle varie tifoserie, quella sana, quella che viene per cantare, incitare, gioire e a volte disperarsi: portate i bambini allo stadio, insegnate loro la passione e l'amore per questo sport, ma prima di tutto insegnate loro il rispetto. E tra qualche anno, forse, il rispetto non durerà solo un minuto”.

Ci siamo uniti tutti. Minuto di silenzio. Un semplice ma incredibilmente profondo momento di rispetto. Rispetto, quello che dopo pochi minuti dal fischio d'inizio sembra completamente svanito. Dagli spalti si sente ripetutamente, nei confronti di un compagno, "I tuoi figli devono morire". Inutile dire che l'unica sua "colpa" fosse quella di essere un avversario. Oggi non me la sento proprio di fare finta di nulla. A loro dico, col più profondo disprezzo: forse pensate di ferire, forse vi fa sentire forti, ma la realtà è che siete delle piccole e deboli persone, che si palesano per quel poco che sono, ma noi non ve la daremo vinta. Per concludere, mi rivolgo a tutta la stragrande maggioranza delle varie tifoserie, quella sana, quella che viene per cantare, incitare, gioire e a volte disperarsi: portate i bambini allo stadio, insegnate loro la passione e l'amore per questo sport, ma prima di tutto insegnate loro il rispetto. E tra qualche anno, forse, il rispetto non durerà solo un minuto.

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