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Taranto, strategie di mercato tra (poche) luci e tante ombre

Taranto, strategie di mercato tra (poche) luci e tante ombre
sabato 7 luglio 2007, 10:412007
di Antonio Ricci

Non è un mercato facile, quello del Taranto. I soldi da investire ci sono, un progetto importante da realizzare pure, ma alcuni errori di programmazione stanno rendendo problematico il rinforzo atteso della squadra: la formazione dell'anno prossimo rischia seriamente, nonostante tutte le buone intenzioni, di risultare più debole di quella che si è ben disimpegnata lo scorso campionato, raggiungendo i play-off persi per una punizione al 85'. I due calciatori migliori (Prosperi e Toledo), due autentiche rivelazioni in cui il Taranto ha creduto pescandoli dalla serie C2, sono andati via fortemente valorizzati in riva allo Ionio ma senza che la società sia riuscita a monetizzare in alcun modo. Il Taranto valorizza e gli altri ne prendono i frutti: il futuro dovrà essere necessariamente diverso.
Ma è in entrata che si registrano le maggiori difficoltà: l'attacco, ad esempio, un reparto da rifondare completamente. Dopo i tanti rifiuti, un nome che sta circolando con insistenza è quello di Gianni Califano del Gallipoli: il ragazzo - si fa per dire - è legato da un altro anno di contratto con il Gallipoli, la società salentina non sembra intenzionata a trattenerlo e il ds del Taranto Luca Evangelisti lo apprezza da sempre. Ma su Califano incidono pesantemente l'età (36 anni a novembre) e la scarsa capacità realizzativa (dei 18 gol segnati quest'anno, ben 12 sono stati su rigore): il Taranto è sicuro di non ritrovarsi un nuovo Ambrosi? Che senso ha mandare via i "vecchietti" DeFlorio e appunto Ambrosi, per poi ritrovarsene un altro uguale?
Altro nome spendibile, quello del brasiliano William Da Silva: anche qui, le perplessità restano.

Anzi, aumentano. Il Verona non ha nessuna intenzione di cederlo, ed ha sparato un prezzo molto alto per un calciatore che, comunque, ha segnato appena 4 gol nell'arco dell'intero campionato, dimostrando una sterilità offensiva ormai cronicizzata. Grande prestanza fisica (188cm per 81kg) e talento inversamente proporzionale: non pensiamo che possa essere questa, la soluzione ideale per l'asfittico attacco del Taranto. Per la difesa, sembrerebbero ormai acquisiti Migliaccio del Teramo, Arno della Cavese e il giovane Ungaro dalla Reggina: a nostro parere tre ottimi acquisti, ma la verità è che non ci è stata ancora comunicata l'ufficialità di tali operazioni che rimangono, pertanto, ancora vincolate ad un pericoloso condizionale.
Ma dato anche per acquisito l'arrivo di questi tre validi elementi, rimarrebbe insoluto il problema di fondo che ha condizionato negativamente lo scorso campionato, e che rischia di rimanere sul groppone anche per il prossimo: difesa fortissima e attacco scadente, con in più un centrocampo privo di quell'inventiva tanto apprezzata nella scorsa stagione (Toledo è andato al Ravenna, Mancini e Zito potrebbero finire in serie A), e con un allenatore (Cadregari) non collaudato per la categoria, riuscito finora a misurarsi con profitto solo con le formazioni giovanili. Se il buon giorno si vede dal mattino...