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TMW RADIO - Dg Vis Pesaro: "No a una C di dilettanti. Ok la doppia B, ma si premino i progetti"

TMW RADIO - Dg Vis Pesaro: "No a una C di dilettanti. Ok la doppia B, ma si premino i progetti"TUTTO mercato WEB
© foto di Image Sport
lunedì 11 maggio 2020, 19:29Serie C
di Dimitri Conti
Archivio Stadio Aperto 2020
TMW Radio
Archivio Stadio Aperto 2020
Vlado Borozan, direttore generale della Vis Pesaro, intervistato da Francesco Benvenuti e Niccolò Ceccarini
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Vlado Borozan, dg della Vis Pesaro, è intervenuto in diretta nel corso di Stadio Aperto, trasmissione in onda su TMW Radio. Il dirigente croato inizia la sua analisi dai criteri per la quarta promossa (Carpi, ndr) dalla Serie C alla B: "Premetto che in Italia non si può trovare una soluzione perfetta: la decisione presa è giusta e sensata, il merito sportivo è il metodo giusto per assegnare la quarta promozione. Poi deciderà il Consiglio Federale, ma dico che è giusto così".

C'è consapevolezza nel calcio delle ripercussioni economiche sui prossimi anni?
"Certamente, la preoccupazione c'è e non può essere altrimenti. Tutto si basa su una riforma radicale che già doveva essere fatta, e adesso è necessaria. Può arrivare in vari modi, ci sarà anche una selezione naturale perché molte società non si iscriveranno in futuro a causa degli oneri economici. Il cambiamento è un dato di fatto e una battaglia che va affrontata. Credo e spero che porterà al miglioramento dell'intero sistema, e ogni categoria deve assumere la giusta mission. La Lega Pro deve servire a formare i giovani, ma va mantenuto un livello di serietà e professionalità, non si può pensare al dilettantismo. Serve dare credibilità a un prodotto che poi dovrà attirare anche gli sponsor".

L'idea della B a due gironi non ha riscosso la sua approvazione.
"Sì, perché è stata presentata come un'imposizione, con i posti assegnati a tavolino. Non si può fare in questa maniera: sono d'accordissimo col riformare, e anche a fare due gironi in B per dare spazio a grandi piazze come Triestina e Padova. Ma bisogna dare l'opportunità anche a chi è ambizioso e competente di trovare il proprio posto sotto il sole. Anche Arezzo, Fano, Pontedera e Pesaro possono giocarsi le loro carte. Mi sono arrabbiato per come è stata presentata la cosa, e visto che parlano tutti ho voluto farlo anche io".

La Serie C già prima aveva palesato delle carenze.
"Noi a Pesaro vogliamo fare il nuovo centro sportivo, la proprietà con Bosco ha stanziato 4 milioni di euro, perché riteniamo che prima del progetto tecnico ambizioso ci vogliono le strutture. Una decisione del genere significherebbe togliersi questa idea dalla testa, frenare un progetto fatto seriamente e con le giuste risorse. Sono il primo a dire che bisogna fare le riforme e ridurre le squadre professionistiche, salvando però le società più serie, cui deve essere dato uno spazio per inserirsi. La Vis Pesaro ha 122 anni, è la quinta più anziana in Italia, e allora ci giochiamo anche noi questo parametro. Perché il sistema non dovrebbe supportarmi? Se poi il campo non mi dà ragione, è un altro discorso. Ok rimuovere chi fallisce o fa il furbo, ma non chi ha progetti seri. Basta vedere quanti problemi ha il Catania o anche società di Serie B: la gente ragiona se investire o meno sul calcio. Io non voglio impormi ma non mi si può togliere la possibilità di combattere per i miei obiettivi, se sono seri e professionali".

Galderisi sarà ancora l'allenatore della Vis Pesaro?
"Chiamalo, chiamalo. Però comunicagli anche l'esonero (ride, ndr). Siamo un ambiente sereno e ambizioso, Galderisi ha portato grande entusiasmo: era alla ricerca di un progetto serio e questa cosa dà ulteriore valore. Dico che Nanu è una persona sulla quale puntiamo molto, ci vediamo le qualità umane e professionale per portare la Vis Pesaro là dove non è mai stata".

Si riprenderà, ma soprattutto si concluderà, il campionato?
"Me lo auguro con tutto il cuore. Il paese ha voglia di tornare alla normalità, e se aspettiamo le condizioni ideali per riprendere moriremo tutti di fame. La Serie A è un grande volano, e ovviamente penseranno a delle norme di sicurezza: da sportivo spero si torni a giocare, anche in degli stadi vuoti, così da cominciare questo cammino e creare i presupposti".

Più difficile fare il procuratore o il dg?
"Dirigente. Da agente rispondi a te stesso, è come giocare a tennis, te la vedi da solo. Da dg devi pensare a tante teste, hai grandi responsabilità. Pesaro è una città importante, con una certa storia sportiva, ma quando ti senti nel giusto non avverti il peso".

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