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TMW RADIO - Presidente Sudtirol: "Riforma della C necessaria. Siamo maturi per la Serie B"

TMW RADIO - Presidente Sudtirol: "Riforma della C necessaria. Siamo maturi per la Serie B"TUTTO mercato WEB
© foto di Luca Marchesini/TuttoLegaPro.com
venerdì 19 giugno 2020, 19:35Serie C
di Dimitri Conti

Walter Baumgartner, presidente del Sudtirol, ha parlato ai microfoni di TMW Radio, intervenendo nel corso della trasmissione Stadio Aperto, condotta da Francesco Benvenuti e Niccolò Ceccarini: "Sarà un'esperienza unica, non solo per noi e il movimento calcio, ma per tutta la popolazione di tutto il mondo, al di là dell'Italia. Far ripartire il calcio è stata una scelta meditata e decisa dalla Federazione: giusto così, si continua e si cerca di tirare fuori il meglio, sperando vinca il calcio".

Come mai ci sono stati tutti questi ribaltoni in C?
"Per valutare bisogna ricordarsi com'era la Serie C pre-Coronavirus. Che viva un periodo molto difficile era scontato già prima, la domanda è se 60 squadre di Serie C siano sostenibili per il sistema, e non è nuova. Il virus ha solo complicato la situazione, ed è difficilmente prevedibile capire come ne usciremo, bisogna capire chi è in grado di continuare, ma guardare anche al futuro e alla sostenibilità della categoria. La discussione è iniziata ma non so come andrà il futuro".

Che Serie C troveremo a settembre? Persa un'occasione per ripensarla o giusto mettere l'anno cuscinetto?
"Una cosa è sicura, una riforma a questo punto è obbligatoria. Qualcosa bisogna fare, in una discussione serena ed indirizzata al futuro, c'è da capire quale sia il ruolo di ogni lega nel movimento calcio nazionale. Inizierei da questo argomento. La C, vedo negli ultimi dieci anni da quando sono presidente della squadra e dei vari organi istituzionali, ne ha bisogno e ci vuole rispetto verso gli altri: ognuno ha il suo ruolo, un compito importante per il calcio, e bisogna alimentare le diverse categorie con fondi necessari per poter lavorare alla formazione dei giovani talenti sparsi sul territorio. Questo è il compito che deve portare avanti la Federazione, così da capire i format futuri dei campionati. Bisogna decidere entro la fine della stagione, dire e discutere le cose chiaramente. Deve essere fatto, e non si può più derogare: mi aspetto che avvenga tutto ciò nel modo migliore, senza pensare solo a se stessi ma al calcio in generale, per migliorarlo".

Secondo lei Ghirelli come ne esce da tutta questa campagna?
"Oggettivamente la situazione era difficile da gestire: le 60 squadre della Serie C sono talmente diverse tra loro, con obiettivi differenti, che tutto questo scenario così particolare diventa quasi ingestibile. Colpe, o meno, dico che era difficile. Osservando anche le altre leghe, parlavano tutti poco perché da una parte sì, dovresti condividere con tutti, e abbiamo visto che non è possibile, e dall'altra è meglio aspettare e vedere come si mettono le cose. Come lega forse abbiamo fatto proposte non eque, né ragionevoli nel contesto complessivo del calcio. Qualche errore l'abbiamo fatto".

Il blocco delle retrocessioni?
"E il sorteggio. Certe cose potevano essere fatte diversamente, ma è normale avere le cose più chiare in un secondo momento. Ora più che altro dobbiamo guardare al futuro, e capire come portare avanti il ruolo della C, sperando di farlo bene".

Cosa rappresentano per il Sudtirol questi playoff?
"Sono molto importanti, altrimenti non avremmo partecipato. Come tutti, non vogliamo essere semplicemente presenti, ma fare bella figura. Abbiamo fatto di tutto per preparare bene, pur nella precarietà generale che c'era, a questo appuntamento importantissimo. Noi lo vediamo così, faremo di tutto per mettere i giocatori nelle condizioni di poter fare bene".

La Serie B è un obiettivo, un desiderio per voi?
"Non lo metto in dubbio, siamo tra i professionisti da vent'anni. Ad inizio secolo la C2, gli ultimi dieci anni in C1: abbiamo fatto gavetta, e la cosa che mi rende orgoglioso è che siamo sempre stati in grado di reggere la categoria nel miglior modo possibile, crescendo dal punto di vista gestionale ed infrastrutturale, non solamente quello tecnico. Ovvio che non saremmo sportivi se non pensassimo anche ad un passaggio in categoria superiore, non c'è dubbio, forse saremmo anche maturi per provarci, ma inutile negarlo: abbiamo notato che fare quel passo lì è difficile, lo dico perché siamo già arrivati in finale dei playoff".

Com'è stato rimettere i ragazzi in campo con tutti i paletti del caso?
"Semplicemente impegnativo in ogni senso: economico, pratico, amministrativo. Una roba veramente difficile, ma abbiamo cercato di rispettare tutto nella consapevolezza che ci porta ancor più avanti nel nostro percorso: siamo lì, mancano ancora due settimane e poi entreremo anche noi".

Che dire delle rinunce di diverse piazze, anche blasonate, ai playoff?
"Questo mi dispiace veramente, è un segno importante. Parliamo di società importanti, con una storia lunga e più rilevante della nostra. Dispiace soprattutto per la categoria, è il momento di riflettere perché certe cose non dovrebbero accadere".

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