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TMW RADIO - Potenza, Ragno: "Il calcio è malato. Non c'è meritocrazia"

TMW RADIO - Potenza, Ragno: "Il calcio è malato. Non c'è meritocrazia"TUTTO mercato WEB
© foto di Antonello Sammarco/Image Sport
mercoledì 15 novembre 2017, 22:382017
di Pietro Lazzerini

Nicola Ragno, allenatore del Potenza, ha parlato a TMW Radio: "C'è grande entusiasmo dopo tanti anni di calcio di basso livello. Lo abbiamo ritrovato grazie al nuovo presidente che in poco tempo ha costruito un giocattolo quasi perfetto. Siamo al primo posto e stiamo facendo un percorso straordinario. Speriamo di continuare così fino alla fine della stagione. Io il nuovo Sarri? Lui è partito ancora più dal basso perché ha iniziato in Terza Categoria. Ho iniziato ad allenare a 28 anni e sono 20 anni che alleno partendo dalla Promozione. Il momento migliore della mia carriera da calciatore ho avuto un grave infortunio che mi ha costretto a smettere a 25 anni. Adesso sono 3-4 anni che conquisto buoni risultati e spero di proseguire su questa strada. Giocatori che meritano categorie superiori? Parto dall'eliminazione dell'Italia.

Sono convinto che debba far riflettere tutti. Non è un fallimento dovuto alla singola persona. Il calcio è malato perché nelle categorie inferiori ci sono tanti calciatori, allenatori e dirigenti che non riescono a calcare campi professionistici perché manca la meritocrazia e perché si va avanti solo con sponsor e raccomandazioni. Non abbiamo più i Baggio o i Del Piero che fanno la differenza. La Nazionale è una squadra normalissima. Ci sono tanti giocatori dal basso che meriterebbero molto di più ma che non ci arrivano perché non sono collegati a 'carri vincenti'. C'è chi arriva al top anche senza meritarlo. Un consiglio ai club professionistici? Quello di avvalersi di gente competente e onesta, che non pensa al proprio portafoglio ma che pensa di andare alla ricerca di buoni giocatori partendo dal basso. Sarri lo conosco bene, qualche anno fa siamo stati insieme 50 giorni per un corso e recentemente mi ha detto che ci sono tanti allenatori in D che meriterebbero la C o la B e viceversa tra chi allena tra i professionisti c'è chi non merita di farlo".