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TMW RADIO - Presidente Foggia: "Ci sono società e società, noi dobbiamo andare in C. Punto"

TMW RADIO - Presidente Foggia: "Ci sono società e società, noi dobbiamo andare in C. Punto"TUTTO mercato WEB
sabato 16 maggio 2020, 08:31Serie D
di Dimitri Conti
Archivio Stadio Aperto 2020
TMW Radio
Archivio Stadio Aperto 2020
Roberto Felleca, presidente del Foggia, intervistato da Francesco Benvenuti e Niccolò Ceccarini
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Roberto Felleca, presidente del Foggia, si è collegato in diretta nel corso di Stadio Aperto, trasmissione in onda su TMW Radio: "Questi primi dieci giorni di maggio dovevano essere il coronamento di una stagione importante, magari festeggiando insieme promozione in Serie C e centenario. Purtroppo il Covid-19 non ci ha permesso di terminare il lavoro, l'auspicio è che sia solamente rimandato".

Cosa fare con la Serie D?
"Credo che sia corretto che i campionati non riprendano. Vorremmo rispetto dal punto di vista sportivo, a parte il blasone indiscusso e la storia del Foggia, noi e il Palermo abbiamo presentato un conto oneroso per partecipare al campionato, e il fatto che fossimo lì a giocarcela ad un punto di distanza spero che sia tenuto di conto".

Quanto sarebbe grave il danno economico?
"Pesantissimo. Una città intera e una regione ancora più deluse: anche io mi sono preso il rischio di prendere il Foggia in Serie D, ma fare un altro campionato da dilettanti vorrebbe dire una perdita milionaria".

Ha avuto rassicurazioni da Sibilia?
"Ci hanno detto che faranno tutto il possibile per le squadre come noi che hanno affrontato un determinato percorso di impegno economico: la città non può aspettare riforme, si deve andare in C e punto. Non abbiamo gli stessi diritti degli altri, bisogna essere obiettivi. Con altre squadre non mi permetterei di dire nulla, ma ci sono società e società".

Da dove deve ripartire il calcio?
"Ridimensionare le squadre professionistiche mi sembra corretto, ma va fatto subito. Tra un anno rischiamo che molte squadre siano scomparse da sole, non ci sono dei robot a sostenere le squadre, ma presidenti come me. Una riforma a 60 squadre professionistiche è ottima, mette i paletti: poi chi avrà il blasone o i requisiti per arrivare in B lo dimostrerà, altrimenti rimarrà semi-professionista in Serie C".

Che futuro vede per la Lega Nazionale Dilettanti?
"Se riescono a fare la riforma bene, ma se fanno ripescaggi o promozioni a caso non so come si va. Gli imprenditori sono stanchi di versare soldi a fondo perduto...".

Perché modificare il discorso promozioni/retrocessioni in C, facendo salire il Foggia che a classifica congelato sarebbe secondo?
"A chi mi dicesse così lo manderei al diavolo. Tante di quelle squadre che retrocedono hanno speso molto meno di quanto ha fatto il Foggia per riportare in C una squadra che merita. C'è un regolamento, e nel caso della D prevede 34 gare, se se ne giocano 26 guardiamo altri aspetti per un nuovo regolamento. Se cambio otto giocatori a gennaio e dopo tre giornate devo fermarmi, di cosa parliamo?".

Dove vorrebbe portare il Foggia?
"Anche al sindaco ho fatto vedere un piano triennale per salire subito in C e provare un altro salto nel biennio successivo. Proviamo a continuare a tenerlo come piano, sperando di salire quest'anno. La Serie D è un vuoto a perdere pesanti, e a Foggia ci sono budget milionari: gli incassi non sono paragonabili ai costi".

Come giudica il comportamento del mondo del calcio in questi mesi?
"L'unica giustificazione che posso dare è che l'epidemia non ha mai dato certezza sui tempi. Da 15-20 giorni, forse un mese, abbiamo le idee più chiare sul futuro da qui a dicembre, ed è lì che si deve dare un'accelerata. C'è poca comunicazione, e quando succede crea confusione. Spero si stia lavorando in silenzio alla riforma, mi auguro che Gravina e compagnia stiano facendo queste cose. Qualcuno dovrà poi prendersi una responsabilità definitiva, e dico: se mi riapri il mercatino del pesce devi permettere anche gli allenamenti di gruppo e riaprire gli stadi. Qualche rischio dovrà essere preso".

Si rischia di intaccare la prossima stagione?
"Abbiamo già avuto rinunce da parte degli sponsor, non vorrei essere nei panni di squadre più grandi. Parlo con diversi colleghi presidenti e sono in crisi: il calcio è fortemente a rischio".

In quale Foggia vorrebbe trovarsi adesso?
"Vorrei essere colui che nell'anno del centenario li ha ripresi dal fallimento e riportati nei professionisti. Poi in futuro come minimo la Serie B: questo è il mio sogno. Speriamo intanto di salire in Serie C, secondo me il campionato l'avremmo vinto".

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