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Il Benevento è in crisi. E una sconfitta oggi potrebbe essere un problema grosso
Quattro punti in nove partite, zero vittorie, più cinque sulla terzultima che ha due partite in meno, quattro sul Cagliari che una settimana fa era a meno dieci. Il Benevento di Filippo Inzaghi, dopo una cavalcata strardinaria nella scorsa stagione e un principio più che incoraggiante in questa, si trova in una posizione scomoda. Probabilmente sarebbe stata una lieta novella in estate, ora un po' meno. Perché oltre ai risultati è l'attacco a preoccupare, con un'anemia che si sta ripercuotendo su tutto il resto, a cascata.
La sconfitta contro l'Hellas Verona ha dato un campanello d'allarme più per come è venuta che non per la liceità di una defezione contro gli uomini di Juric. Quella di oggi contro lo Spezia quindi è un vero e proprio spareggio salvezza, anche se la strada è ancora lunga. Vincere significherebbe arrivare a 28, forse non con lo scontro diretto a favore vista la sconfitta rotonda dell'andata, ma con un sentimento nuovo in vista della partita casalinga contro la Fiorentina, altro gande viatico per la salvezza.
Impossibile però lamentarsi di Inzaghi che, in confronto al Crotone ma con una squadra sulla carta non così più forte, sta comunque tenendo la barra dritta. Più le critiche che gli elogi rispetto a quanto successo con Vincenzo Italiano, altro tecnico emergente ma che sta portando lo Spezia mediamente stabile in una stagione senza troppi alti ma nemmeno bassi. Questione di periodo e di forma. "Qualcuno era andato su Marte", ha spiegato Inzaghi qualche giorno fa, riferendosi alle tante discussioni sull'ultimo periodo. Polemiche che poi sono sfociate anche in una vigilia molto agitata, la vigilia di un match che potrà dire molto sul futuro dei sanniti.
La sconfitta contro l'Hellas Verona ha dato un campanello d'allarme più per come è venuta che non per la liceità di una defezione contro gli uomini di Juric. Quella di oggi contro lo Spezia quindi è un vero e proprio spareggio salvezza, anche se la strada è ancora lunga. Vincere significherebbe arrivare a 28, forse non con lo scontro diretto a favore vista la sconfitta rotonda dell'andata, ma con un sentimento nuovo in vista della partita casalinga contro la Fiorentina, altro gande viatico per la salvezza.
Impossibile però lamentarsi di Inzaghi che, in confronto al Crotone ma con una squadra sulla carta non così più forte, sta comunque tenendo la barra dritta. Più le critiche che gli elogi rispetto a quanto successo con Vincenzo Italiano, altro tecnico emergente ma che sta portando lo Spezia mediamente stabile in una stagione senza troppi alti ma nemmeno bassi. Questione di periodo e di forma. "Qualcuno era andato su Marte", ha spiegato Inzaghi qualche giorno fa, riferendosi alle tante discussioni sull'ultimo periodo. Polemiche che poi sono sfociate anche in una vigilia molto agitata, la vigilia di un match che potrà dire molto sul futuro dei sanniti.
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