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Lazio terza peggior difesa del campionato. Sarri e la società (a gennaio) devono trovare le soluzioni
Ventinove gol subiti: come Cagliari, Genoa e Sampdoria, meglio solo di Spezia (34) e Salernitana (31). Diciassette nel primo tempo, un'enormità, e 6 addirittura nei primi 15 minuti. Se sei una squadra che ha ambizioni di Champions e ti presenti con questi numeri dopo 15 giornate, allora significa che più di qualcosa non sta andando secondo i piani e devi ridimensionare le tue aspettative. Ecco, la Lazio di oggi non può pensare in grande: non può farlo con questi numeri, che descrivono invece una realtà difficile e complicata. Una su tutte, la tenuta difensiva. Imbarazzante, giovedì, la prova dei biancocelesti in fase di non possesso: passino 4 gol dal Napoli capolista in una giornata di grazia, ma 4 dall'Udinese - nel modo in cui sono arrivati, per di più in casa - sono inammissibili.
La poca solidità della Lazio si spiega in due motivi. I principi totalmente differenti di Sarri rispetto a Inzaghi che ancora non sono stati recepiti: la palla come riferimento e un'aggressione costante per recuperare palla nella metà campo offensiva. Richieste che Acerbi e Co. ancora non riescono a soddisfare e a mettere in pratica. "È una questione di tempi, inoltre devono essere coinvolti tutti: se uno sbaglia un movimento, salta tutto il pressing", spiegò una volta il tecnico. Così i giocatori sembrano sempre in ritardo, il centrocampo non fa il giusto filtro e la difesa si ritrova spesso in superiorità numerica o posizionata male.
Poi c'è l'altro grande tema e riguarda i singoli interpreti, che domenica dopo domenica commettono un'infinità di errori, tecnici e di testa Come fa Beto a saltare così solo in area? E perché Reina si è fatto sorprendere così da un colpo di testa lento? Perché sul 2-1 la Lazio difende con 2-3 uomini contro i 7 dell'Udinese? E questi sono solo alcuni degli interrogativi riguardo al 4-4 di giovedì, l'elenco altrimenti sarebbe troppo lungo. A Sarri la responsabilità di provare a trovare più equilibrio (Basic in mezzo al campo potrebbe essere un aiuto, così come Strakosha dietro), alla società il compito di non sprecare il mercato di gennaio.
La poca solidità della Lazio si spiega in due motivi. I principi totalmente differenti di Sarri rispetto a Inzaghi che ancora non sono stati recepiti: la palla come riferimento e un'aggressione costante per recuperare palla nella metà campo offensiva. Richieste che Acerbi e Co. ancora non riescono a soddisfare e a mettere in pratica. "È una questione di tempi, inoltre devono essere coinvolti tutti: se uno sbaglia un movimento, salta tutto il pressing", spiegò una volta il tecnico. Così i giocatori sembrano sempre in ritardo, il centrocampo non fa il giusto filtro e la difesa si ritrova spesso in superiorità numerica o posizionata male.
Poi c'è l'altro grande tema e riguarda i singoli interpreti, che domenica dopo domenica commettono un'infinità di errori, tecnici e di testa Come fa Beto a saltare così solo in area? E perché Reina si è fatto sorprendere così da un colpo di testa lento? Perché sul 2-1 la Lazio difende con 2-3 uomini contro i 7 dell'Udinese? E questi sono solo alcuni degli interrogativi riguardo al 4-4 di giovedì, l'elenco altrimenti sarebbe troppo lungo. A Sarri la responsabilità di provare a trovare più equilibrio (Basic in mezzo al campo potrebbe essere un aiuto, così come Strakosha dietro), alla società il compito di non sprecare il mercato di gennaio.
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