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La Juve non sa vincere in campionato. Allo Stadium basta un Milan incerottato ad arginare i bianconeri
Non basta una partita ben condotta nel primo tempo alla Juventus di Massimiliano Allegri per portare a casa i tre punti: per la quarta volta di fila in campionato, la Vecchia Signora esce dal campo senza portare a casa la vittoria. Davanti ai 18.785 spettatori dell’Allianz Stadium termina 1-1 l’incontro fra i bianconeri e il Milan, decisamente in condizioni rimaneggiate per via delle tante assenze, di Stefano Pioli. Apre Alvaro Morata con una cavalcata d’autore dopo quattro minuti, pareggia Rebic su azione d’angolo al 76’: in mezzo una buona Juve, capace, da un lato, di gestire il risultato senza soffrire troppo ma, dall’altro, incapace di chiudere la gara sprecando occasioni vere e potenziali con una facilità disarmante.
GOL E GESTIONE - Gara che si era messa nelle migliori condizioni possibili per Madama con il pallone recuperato sulla trequarti difensiva che ha dato il via alla sgroppata di Morata: Alex Sandro recupera, Dybala imbuca di prima e via al mulinello di gambe dell’attaccante spagnolo che è bravissimo prima a tenersi alle spalle il rientro di Theo Hernandez, poi a superare Maignan con uno scavetto al bacio. Lì la squadra di Allegri si rasserena ancor di più e va a caccia, non troppo frenetica, del raddoppio: ci prova Dybala ma para il portiere rossonero, ci prova Rabiot che non arriva però neanche a calciare in porta facendosi rimontare da Tomori a pochi passi dall’area di rigore. Potrebbero essere tante altre le chance per i bianconeri che però, come spesso capita, difettano dell’ultimo passaggio.
TROPPA LEGGEREZZA E I CAMBI NON INCIDONO - E in un momento in cui ogni pallone deve essere gestito nel migliore dei modi, ecco che un calcio d’angolo regalato da Rabiot può avere un peso enorme: corner di Tonali e incornata di Rebic che elude la marcatura di Locatelli e infila Szczesny. Allegri mette mano alle carte dalla panchina inserendo Kulusevski al posto di Dybala dopo che, poco prima, era stato il turno di Kean e Chiesa. Tre potenziali arme letali contro una squadra stanca e che stava lasciando ampi spazi, ma forse non inseriti nel contesto e momento migliore. Nel postpartita poi l’ammissione di Allegri stesso: “Nemmeno questa volta ho azzeccato i cambi, c’è bisogno di capire in fretta”. Il tempo passa, quattro partite sono già alle spalle e la Juve ancora non ha vinto una partita in campionato e guarda, quasi tutti, dal basso verso l’alto nei bassifondi della classifica della Serie A.
GOL E GESTIONE - Gara che si era messa nelle migliori condizioni possibili per Madama con il pallone recuperato sulla trequarti difensiva che ha dato il via alla sgroppata di Morata: Alex Sandro recupera, Dybala imbuca di prima e via al mulinello di gambe dell’attaccante spagnolo che è bravissimo prima a tenersi alle spalle il rientro di Theo Hernandez, poi a superare Maignan con uno scavetto al bacio. Lì la squadra di Allegri si rasserena ancor di più e va a caccia, non troppo frenetica, del raddoppio: ci prova Dybala ma para il portiere rossonero, ci prova Rabiot che non arriva però neanche a calciare in porta facendosi rimontare da Tomori a pochi passi dall’area di rigore. Potrebbero essere tante altre le chance per i bianconeri che però, come spesso capita, difettano dell’ultimo passaggio.
TROPPA LEGGEREZZA E I CAMBI NON INCIDONO - E in un momento in cui ogni pallone deve essere gestito nel migliore dei modi, ecco che un calcio d’angolo regalato da Rabiot può avere un peso enorme: corner di Tonali e incornata di Rebic che elude la marcatura di Locatelli e infila Szczesny. Allegri mette mano alle carte dalla panchina inserendo Kulusevski al posto di Dybala dopo che, poco prima, era stato il turno di Kean e Chiesa. Tre potenziali arme letali contro una squadra stanca e che stava lasciando ampi spazi, ma forse non inseriti nel contesto e momento migliore. Nel postpartita poi l’ammissione di Allegri stesso: “Nemmeno questa volta ho azzeccato i cambi, c’è bisogno di capire in fretta”. Il tempo passa, quattro partite sono già alle spalle e la Juve ancora non ha vinto una partita in campionato e guarda, quasi tutti, dal basso verso l’alto nei bassifondi della classifica della Serie A.
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