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Inter-caos, vince PioliTUTTO mercato WEB
© foto di Antonello Sammarco/Image Sport
lunedì 7 novembre 2016, 11:33Archivio
di Claudio Nassi
per Claudionassi.com

Inter-caos, vince Pioli

Se una massima gesuita recita: "Ascoltare tutto, conoscere molto e parlare poco", seguitela. Se Confucio era solito dire: "E' meglio stare zitti e dare l'impressione di essere scemi piuttosto che aprire bocca e togliere ogni dubbio", perché non ascoltarlo? I cinesi dovrebbero saperlo. All'Inter, invece, non tengono in considerazione gli insegnamenti dei saggi e da tempo uno dei clubs più importanti al mondo vive nel caos. Si è passati da Moratti a Thohir e a Suning in un battibaleno. Se si guarda l'organigramma della società è un ministero. Un ex procuratore, Kia Joorabchian, non ha suggerito Frank de Boer e Thohir ha sposato la causa? Esonerato l'olandese, si è appreso che Ausilio, Gardini e il Vicepresidente Zanetti volevano uno che conoscesse il campionato, mentre la proprietà preferiva una figura di rilievo internazionale. Insomma, tutti sapevano tutto. La stampa si è sbizzarrita nel fare il nome di non so quanti allenatori, da Leonardo a Guidolin, Capello, Zenga, Blanc, Vitor Pereira, Villas-Boas, Garcia, Marco Silva, Bielsa, Reja, Mandorlini, Cannavaro, Hiddink, finché la scelta si è ridotta a tre: Zola, Marcelino e Pioli. Da non credere. Per di più non sono pochi a dire che per la prossima stagione il candidato ha già un nome: Simeone.

Non so se sia vero. La cosa certa è che da 94 anni l'Inter non partiva così male in campionato, con 8 sconfitte nelle prime 16 partite, addirittura 3 nelle ultime 5. Una situazione non facile, che una pletora di personaggi rende ancor più difficile. E' la testa che muove le braccia e le gambe, ma se la testa non c'è ognuno va per proprio conto. D'accordo, in campo scendono i calciatori, ma se non si fa loro capire che cosa debbono fare per superare le difficoltà tutto si complica. Si è soliti dire che non sono il pallone, la maglietta o il campo che fanno una squadra. Sono le PERSONE e la loro volontà di raggiungere qualcosa INSIEME. E chi ripete che "essere uniti è un inizio, lavorare uniti è un progresso e restare uniti è il vero successo" ha ragione. Se però si riuniscono in sette per scegliere il tecnico, si va poco lontano. L'Inter non si può permettere il lusso di ulteriori fratture. Ad esempio, si rinforzerebbe cedendo, come minimo, 5/6 elementi da una "rosa" di 29 e snellendo una struttura che con il calcio ha nulla da spartire.

Alla fine di tanti colloqui e disparità di vedute è uscito il nome di Stefano Pioli. Esisteva il pericolo che vincesse l'ex procuratore, quello che avrebbe voluto fare il D.G. ma, non essendo capace, preferisce guidare i presidenti dall'esterno, dando loro l'importanza che pretendono, per portarli a decidere secondo i propri interessi. Senza mai avere responsabilità dirette. A Pioli auguro, infine, le migliori fortune, ben sapendo che il compito è da far tremare i polsi.    

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