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Lo stratega MontellaTUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
venerdì 25 novembre 2016, 15:42Archivio
di Claudio Nassi
per Claudionassi.com

Lo stratega Montella

Di tanto in tanto prendo cappello. Di solito quando in tv vedo una partita e avvengono cose strane. Parlo di sostituzioni, spesso incomprensibili. Non so quante pagine sono state scritte sul derby Milan - Inter e quanto ne hanno parlato i media. Non a caso gli spettatori erano 78mila, l'incasso vicino ai 4 milioni, l'audience tra le più alte. La settimana è stata un susseguirsi di notizie. Da una parte si faceva l'impossibile per recuperare Romagnoli, dall'altra si analizzava l'impatto del nuovo allenatore sulla squadra. Alla fine c'è Gomez a far coppia con Paletta, mentre nell'Inter, finalmente, si vede Medel centrale difensivo, come nella nazionale del Cile, e poi Banega in panca e Kondogbia in campo. Quindi leggo un'infinità di numeri: il 4-3-3 contro il 4-2-3-1, il 65% di possesso palla dell'Inter, le palle recuperate e perse pressoché uguali, i fuorigioco, le occasioni da gol, i falli commessi, fino agli 8 angoli contro 1 e i 34 cross contro 4 a favore dei nerazzurri. Ma, come al solito, il contropiede paga e al 12' della ripresa il Milan passa in vantaggio. Infatti le cose che determinano sono altre. Il lunedì tutti concordi sul nome di Bonaventura uomo-chiave del Milan, che porta il pallone nella metà campo nemica, che decide lo sviluppo dell'azione, che manda in tilt Brozovic, che crea 3 occasioni-gol, che recupera 7 palloni e sempre a disposizione nella fase di non possesso. Poi tutti a ripetere che il pari è giusto, anche se acciuffato al 92'.

Allora perché prendo cappello? Già al 25' del secondo tempo mi era sembrato un non-senso la sostituzione di Bacca con Mati Fernandez. Se tolgo il cannoniere della squadra e il pericolo numero uno nell'area di rigore a mezzora dalla fine e metto un centrocampista, mostro di avere paura. Non si doveva approfittare degli spazi che avrebbe regalato una squadra costretta a rimontare? Avrei capito Lapadula, ma passano ancora 8' prima che Montella si accorga che Niang non è nella migliore giornata. Poi il tecnico si supera quando al 42' toglie Bonaventura. Perché? Voleva che gli fosse tributata una standing ovation? A 26 anni non ce la faceva ancora per 5'? E a Pasalic, il sostituto, quanto ci sarebbe voluto per entrare in partita? Quando ho visto in campo Mati Fernandez mi è venuto da dire che l'Inter avrebbe attaccato anche con Handanovic, cosa verificatasi negli ultimi 2 calci d'angolo. Alla fine pari giusto, grazie anche allo stratega.

Nello stesso modo non mi piace quando viene chiamato in panca il calciatore che ha segnato, che col suo gol ha portato in vantaggio la squadra e si sente l'uomo decisivo. Gli psicologi dicono che non va toccato, perché centuplicherà le forze. Puntualmente lo si vede uscire, perché vincere è una prerogativa dello stratega. D'accordo, è incredibile, ma altrimenti che stratega sarebbe?