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Il Bologna dice 28 ma con 14 under 23TUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
lunedì 6 febbraio 2017, 14:33Archivio
di Claudio Nassi
per Claudionassi.com

Il Bologna dice 28 ma con 14 under 23

Credo che dal mercato di gennaio siano giunti segnali positivi. Oltre al fatto che non ci sono stati troppi movimenti, mi è sembrato di vedere un'inversione di tendenza. Non so quanto voluta, ma i giovani che si stanno mettendo in mostra non sono pochi. Un fatto impensabile fino a qualche tempo fa. Si sarà finalmente capita l'importanza del settore giovanile? O come disse un mio ex calciatore che sognava di fare il D.S. a Livorno, quando la squadra si trovava nei Dilettanti: "Non può durare, è questione di cicli e questa società, dopo tanto soffrire, è destinata a tornare in Serie A"?

Ho guardato con attenzione la composizione degli organici e non ho potuto fare a meno di notare che siamo sulla buona strada. D'accordo, le "rose" pletoriche esistono ancora, ma andando a vedere quanti sono i calciatori al di sotto dei 23 anni si apre il cuore alla speranza. Detto che i calciatori di Serie A sono 545, l'Atalanta ha la "rosa" più numerosa con 30, ma 13 sono "under 23". La politica del Chievo è antitetica a quella degli orobici e presenta questi numeri: 24 e 2; ma non mi permetto di sindacare la strategia del Presidente Campedelli, se alla fine il bilancio gli dà ragione. E' una delle poche volte in cui dobbiamo avere fiducia.

Pensate, dei 545 calciatori presenti 190 sono "under 23", quasi il 40%. Sorprende il Bologna, a dimostrazione che Joe Saputo non è uno sprovveduto, mentre trovo conferme da Udinese, Lazio e Sassuolo, rispettivamente con 14 su 28, 12 su 26 e 13 su 29; e non è male neppure la Fiorentina, con 11 su 27, nonostante la mancanza di un centro sportivo crei indubbie difficoltà agli istruttori. Insomma, Donnarumma che esordisce non ancora diciassettenne a S. Siro insieme col diciottenne Locatelli non è più un'eccezione, se il 22 dicembre, contro il Torino, il Genoa fa scendere in campo un attaccante di 15 anni: Pellegri.

Fin qui tutto sembra andare per il meglio, poi sul mensile dell'Associazione Calciatori una dichiarazione del trentacinquenne Stendardo, oggi al Pescara, riporta con i piedi per terra e fa riflettere: "Viviamo in un mondo da favola, non facciamo le file, abbiamo sempre posto ai ristoranti e pensiamo che tutto ci sia dovuto. Poi il calcio finisce e la maggior parte non sa cosa fare. Solo il 10% riesce a rimanere nelle società con qualche ruolo. E' normale, quindi, che in tanti scoprano la depressione". Riflettete ragazzi, il mestiere che vi aspetta non è dei più facili.