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I fatturati non vincono!TUTTO mercato WEB
© foto di Imago/Image Sport
lunedì 27 marzo 2017, 15:02Archivio
di Claudio Nassi
per Claudionassi.com

I fatturati non vincono!

C'è voluto il 6-1 al Camp Nou per scoprire che gli oltre 700 milioni spesi in sei anni dalla Qatar Investment Authority nel PSG non avevano partorito una semifinale in Champions League. Semifinale raggiunta l'anno scorso dal Manchester City a cifre ancor più incredibili, se dal 2008 gli emiri dell'Abu Dhabi United Group hanno investito oltre 1.200 milioni. Alla fine si scopre che i soldi non sono tutto, che non sono i fatturati a vincere, ma gli uomini, le travi portanti di ogni società. Perché, per chi non lo avesse ancora capito, vincono le società. D'accordo, Al-Khelaifi aveva cominciato a dominare in Francia, ma quando ha pensato di andare oltre ha trovato barriere insuperabili. La stessa cosa vissuta dallo sceicco Mansur a Manchester: 2 titoli, 1 FA Cup, 2 Coppe di Lega, 1 Community Shield e una semifinale il 23 aprile con l'Arsenal in FA Cup per sognare un settimo trofeo, ma respinto con gravi perdite negli ottavi di Champions a Montecarlo, segnando un passo indietro rispetto al 2015/16, quando Pellegrini lo portò tra le prime quattro.

Chissà se ci sarà un motivo? Chissà se avranno scoperto il perché? Chissà se potrebbe aiutare l'analisi della storia del calcio? Basterebbe andare a scoprire chi ha vinto e non una volta. Seppoi ci si accorgesse che il calcio è il gioco del potere, diventa facile. A Parigi hanno cambiato managers e tecnici, ma non sono riusciti a inserirsi nella stanza dei bottoni, dove per entrare costa fatica. Così come a Manchester. Viene in mente quando Cuccia guidava Mediobanca e non permetteva a chi non avesse quarti di nobiltà di entrare nel salotto buono della finanza. Infatti Del Vecchio e Benetton prima e Berlusconi poi non si sono seduti al tavolo con Agnelli, Pesenti, Marzotto e compagnia. Ecco perché non credo sia facile. Per informazioni chiedete alla Juventus che, senza dubbio, sta facendo passi avanti. Ma quanta fatica! Non a caso nei miei divertissements continuo a predicare che il presidente deve essere il proprietario o l'azionista di maggioranza, che bisogna vivere la vita dell'organizzazione, che le decisioni devono vederci presenti e che in periodo elettorale bisogna rientrare tra i grandi elettori.

Inutile aggiungere che il calcio si gioca su sfumature, ma bisogna essere in grado di apprezzarle, altrimenti sarà tempo perso. In apparenza è di una semplicità incredibile, ma solo in apparenza. A chi obiettasse che trascuro l'aspetto tecnico ricordo che commette un errore, se in carriera, tra Pistoiese, Sampdoria e Fiorentina, ho acquistato Dossena, Salsano, Pellegrini, Renica, Vierchowod, Mancini, Vialli, Mannini, Pari, Berti e Baggio, oltre a Van Basten per i viola e Redondo per i blucerchiati. Ma non basta. Quando a Goteborg la Sampdoria conquistò la Coppa delle Coppe, battendo l'Anderlecht 2-1, in tribuna d'onore seduto alla destra del Presidente Mantovani c'era il Presidente dell'UEFA Johansson, alla sinistra quello della FIGC Matarrese, dietro quello della Lega Nizzola, con l'addetto stampaTigani e il sottoscritto. La Samp, anche se superiore ai belgi, aveva vinto prima del calcio d'inizio.

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