Menu Serie ASerie BSerie CCalcio EsteroFormazioniCalendari
Eventi LiveCalciomercato H24MobileNetworkRedazioneContatti
Canali Serie A atalantabolognacagliariempolifiorentinafrosinonegenoahellas veronainterjuventuslazioleccemilanmonzanapoliromasalernitanasassuolotorinoudinese
Canali altre squadre ascoliavellinobaribeneventobresciacasertanacesenalatinalivornonocerinapalermoparmaperugiapescarapordenonepotenzaregginasampdoriaternanaturrisvenezia
Altri canali serie bserie cchampions leaguefantacalcionazionalipodcaststatistichestazione di sosta
tmw / stazione di sosta / Archivio
Palle inattive? Un dramma!TUTTO mercato WEB
© foto di Antonello Sammarco/Image Sport
lunedì 6 novembre 2017, 16:21Archivio
di Claudio Nassi
per Claudionassi.com

Palle inattive? Un dramma!

Alle volte mi diverto, ma più spesso mi arrabbio, nel vedere tanto pressappochismo in una categoria che vorrei più preparata, anche se il mestiere è quanto mai difficile. Parlo degli allenatori e mi soffermo sulle ultime chicche. Il Napoli affronta il Manchester City in Champions. Inizio a spron battuto e vantaggio meritato con Insigne. Poi su palla inattiva Otamendi, un centrale, pareggia. Chi lo marca? Nessuno. Tutti sulla linea dell'area di rigore con Hysaj davanti all'argentino, ultimo uomo. Altra palla inattiva e nuovo gol. Stavolta è Stones, l'altro centrale, a colpire di testa per il 2-1. Leggo il commento di Sarri: "Palle inattive? Sappiamo che può essere un nostro limite. Abbiamo una fisicità limitata e l'altra faccia della medaglia può essere questa. E' un qualcosa su cui lavorare".

Provo stupore, perché marcare è semplice. Senza fare diavolerie, come toccare il piede all'avversario e così via, basta allargare le braccia e stare a contatto dell'uomo per non farlo staccare come vorrebbe. E' impossibile? Non credo. Eppoi, se ben ricordo, un anno fa con il Real Madrid al S. Paolo il Napoli subì un'altra sconfitta, 3-1, con doppietta di Sergio Ramos, ancora un difensore, un'iradiddio sulle palle inattive. Eppure saltò indisturbato. Se dopo un anno si continua a marcare a zona gli uomini-gol e quei difensori che salgono sugli angoli e le punizioni, conosciuti per la loro pericolosità, mi domando a che servano gli appunti presi in panchina.

Se vedo la Juventus di Allegri a S. Siro con il Milan non mettere un uomo a saltare ai fatidici 9 metri e 15, che poi diventano 7,50, per disturbare chi calcia dalla bandierina con l'interno piede o con l'esterno, mi chiedo perché. Non si tratta di un calcio preparato e di un tiro di precisione? E come mai non c'è uno sul palo a restringere il raggio d'azione del portiere? Se in Torino - Cagliari, su punizione da destra di Valdifiori, vedo ancora tutti schierati sulla linea dei 16 metri e ultimo, indisturbato, Belotti, viene ancora da dire: perchè Lopez? Parlo di due allenatori che vanno per la maggiore e di uno di livello inferiore, ma le distrazioni sono simili, se non le stesse.

Eppure una statistica inglese degli anni '80 riportava che il 33% dei gol nasceva da palla inattiva. So che oggi è cambiata e si avvicina al 50. Ma quando Castagner negli anni '70 mandava un osservatore a fotografare la disposizione dell'avversario sulle palle inattive, a favore e contro, era matto da legare o avanti agli altri, se il Perugia veleggiava in serie A tra il secondo e l'ottavo posto? Eppoi esiste un altro modo di vincere se non quello di fare gol? No. Allora prendete tutte le precauzioni possibili.