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Il Presidente SukerTUTTO mercato WEB
© foto di Imago/Image Sport
lunedì 16 luglio 2018, 10:26Archivio
di Claudio Nassi
per Claudionassi.com

Il Presidente Suker

La proroga per il commissariamento della FIGC è illegittima. Dice Damiano Tommasi, Presidente dei calciatori: "Abbiamo bisogno di tutto, fuorché di proroghe. Comunque è curioso, arriva il Commissario perché non si trovava una maggioranza. Poi si trova e non si riesce a votare". Perché meravigliarsi: è l'Italia, dove è meglio aver torto in molti che ragione in pochi. Raccontano che se al Presidente del CONI Malagò avessero detto che, invece di Abete, per AIC, Dilettanti, Lega Pro e Arbitri, ovvero il 73% dei voti, il numero uno della FIGC sarebbe stato Tommasi o qualsiasi altro, immediatamente si sarebbe andati alle urne. Ma se il prescelto è il nemico giurato Abete, no! Non importa se l'avvocato Viglione, che rappresenta le quattro componenti, sia addirittura ironico e spieghi che si vuol adottare un atto in ragione di una norma non ancora in vigore. Mi riferisco alle modifiche statutarie con il vincolo dei tre mandati, che porterebbero all'ineleggibilità, anche se non esiste motivo per cambiare.

Potrei dilungarmi e ricordare che a questo meraviglioso Paese non mancherebbe niente, poi, come disse un console olandese di stanza a Firenze, ci sono gli italiani. Se facciamo qualche chilometro verso est troviamo la Croazia, che ha giocato la finale della ventunesima edizione del Mondiale. Qualcuno la definisce l'Uruguay d'Europa, una nazione di quattro milioni di anime che fa dello sport una religione. Il suo Presidente Federale, l'ex centravanti Suker, come si è reso conto che l'allenatore non era all'altezza del compito, l'ha cambiato in corso d'opera. Il nuovo tecnico, come Kalinic ha rifiutato di entrare dalla panchina, l'ha spedito a casa. Non sono cose da tutti, ma dimostrano che se hai le idee chiare avrai vantaggi. Impensabili per altri.

Nel calcio, invece, quelli che capiscono non sono molti. Se si continua a voler marcare a zona sulle palle inattive, vuol dire che c'è spazio per crescere. Se si continua a schierare la barriera sulle punizioni dirette anche quando si aggiungono più avversari per non far vedere partire il pallone al portiere, significa che c'è spazio per crescere. Se non si schierasse la barriera quando la palla è a 25 metri e oltre dalla porta, vorrei vedere far gol, a meno che non si avesse il sinistro di Roberto Carlos. Con il pallone a 18 metri il discorso cambia. D'accordo, è semplice, ma non si vuol capire.

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