Pippen e Vlahovic

Credevo di avere tre ascoltatori tre, perché amici, quando ho scoperto che da Lady Radio, spesso, Stazione di sosta passa a TuttomercatoWeb e i contatti salgono a 19.074 o, come in passato, addirittura a 36.000. Quando mercoledì ci siamo trovati con la solita comitiva a Sant'Angelo in Lecore, all'Antica Trattoria "Il Tramway", ho avuto l'impressione che il proprietario, Paolo, non fosse stato convinto, come scritto, che il Presidente Commisso avesse perso 30 milioni nel cedere per 75, più bonus, Vlahovic alla Juventus. Avevo portato ad esempio l'operazione condotta dal G.M. dei Chicago Bulls, Jerry Krause, per la cessione di Scottie Pippen, in scadenza di contratto. Uscito il libro di Pippen "La mia vita senza filtri", l'ho acquistato, anche per conoscere altri particolari. Mi sarebbero dispiaciute inesattezze.

Dopo aver vinto 6 campionati con i Bulls e 2 ori olimpici, giunto in scadenza del rapporto, aveva tre opportunità: Los Angeles Lakers, Phoenix Suns e Houston Rockets. Il G.M. aveva fatto scadere il contratto di chi, nel '96, era stato inserito nella lista dei 50 migliori giocatori di basket della storia dell'NBA e, nel 2010, sarà introdotto nella Naismith Memorial Basketball Hall of Fame. Era stato commesso un errore, con danno per la società. Nonostante i rapporti tra Jerry Krause e Pippen non fossero i migliori, il giocatore fu convinto ad accettare un sign-and-trade, cioè a rinnovare il contratto con l'impegno di cessione nella sede desiderata. Pippen firmò con i Rockets un contratto di 67 milioni di dollari per 5 anni e Krause corresse l'errore del mancato prolungamento, conducendo la trattativa. Il giocatore, a pagina 337 del libro, scrive: "Il merito era dell'ultima persona a cui avrei pensato. Mi permise di guadagnare almeno 20 milioni di più di quanti ne avrei ottenuti da free-agent. Forse alla fine Jerry Krause non era così cattivo".

Questo per spiegare che è sempre questione di soldi e Commisso, uno dei 500 uomini più ricchi del mondo, doveva gestire il calciatore e non sottostare alle richieste di Ristic e soci. Con un ventiduenne che a fine stagione aveva segnato 30 gol e con la Fiorentina in Europa League, poteva decidere il da farsi. Tenerlo e migliorare la squadra per competere in Italia e in Europa, era una possibilità. L'altra, assistere, in poltrona, all'asta del gioiello e spuntare un prezzo che neppure immagina, per uno dei tre giovani attaccanti in circolazione, con Mbappé e Haaland, più forti in assoluto. Quelli che tutti sognano.