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Diario da Rio - Il Best XI del Primo Turno: comandano James e Godin

Diario da Rio - Il Best XI del Primo Turno: comandano James e GodinTUTTO mercato WEB
mercoledì 26 giugno 2019, 18:21Sudamerica
di Tancredi Palmeri

Due giorni di pausa tra Gironi e Quarti di Finale, l’occasione per stilare il Best XI della Fase a Gruppi. Modulo scelto 4-3-3, almeno quattro sorprese presenti, tre buoni consigli per gli acquisti per le italiane, anche se uno ha già costi proibitivi. Il Cile è la squadra più rappresentata con tre elementi, del resto pur perdendo contro l’Uruguay la Roja ha comunque mostrato il gioco più scintillante, menomato nella terza partita solo dagli infortuni. Due giocatori per parte per Brasile e Uruguay, in totale 7 nazioni su 12 presenti.

Portiere: WUILKER FARINEZ (Venezuela)
Una delle più grosse sorprese: 21 anni, forse il portiere titolare più basso del calcio professionistico, addirittura 1.75m, eppure una reattività pazzesca. Ha difeso a zero la porta con Brasile e Perù, concedendo solo un gol ininfluente alla Bolivia. Ha salvato di tutto nelle prime due partite. Gioca nei Millonarios di Bogotà, e addirittura fino a 14 anni faceva l’attaccante, quasi come Buffon. Vicecampione del mondo Under 20, addirittura la prima convocazione in un grande torneo l’ha fatta a 17 anni come terzo portiere nella Copa America 2015, bissando in quella del Centenario l’anno dopo, secondo più giovane della competizione dopo Pulisic. E’ entrato in questa Copa America con sole 7 presenze in nazionale.

Terzino Destro: DANI ALVES (Brasile)
E’ la sua prima competizione da capitano, e forse ne sente appieno l’importanza. A parte essere stato sempre presente nel tratto degli ultimi 10 anni, nel bene e soprattutto nel male, ma al giocatore che ha vinto più titoli nella storia del calcio manca quello con la Seleçao (se si esclude la trascurabile Confederations Cup). Ha tenuto la barra dritta per tutte le partite, esplodendo poi nell’ultima, tornando al suo amato ruolo virtuale di regista arretrato e decentrato, come ai bei tempi del Barcellona dove saliva nella trequarti per orchestrare con Xavi e Iniesta. Ma è commovente che a 36 anni suonati sia capace di percussioni e dai e vai veloci come ai bei tempi. E per inciso, è attualmente svincolato. Hai visto mai…

Centrale di destra: GARY MEDEL (Cile)
Ruolo adattato, perché Medel fa il centrale fisso nella difesa a 3 cilena, ma a Gary poco gli frega. Pazzesco, irresistibile nella sua capacità di sacrificio e nella sua intensità di gioco. Mai sufficientemente apprezzato nel suo passaggio in Italia, giocatore di intelligenza tattica superiore che così supplisce ai limiti atletici. Che poi limiti non sono, perché corre più degli altri e con più costrutto, e la tempra lo porta perfino a difendersi sul piano dell’elevazione. Non è un caso che la sua uscita dal campo per infortunio apra le porte alla vittoria dell’Uruguay: perché Cavani stacca da solo in area, cosa che con Medel in campo non gli era mai riuscita. E’ con Vidal l’asse di equilibrio su cui il Cile fa leva.

Centrale di sinistra: DIEGO GODIN (Uruguay)
Ministro della difesa, della giustizia, dell’interno, di tutto quello che volete voi. In questo momento è il miglior marcatore al mondo. I suoi tempi di gioco sono letteralmente perfetti, e portano tutto il resto della difesa a salire nettamente di livello. Molto, molto simile al Chiellini dei tempi migliori. Fa e fa fare la cosa giusta. L’Uruguay peraltro è l’unica grande a trazione posteriore, volontariamente non per incapacità, dunque si adatta perfettamente alle sue caratteristiche. Un po’ come l’Atletico. Sarà interessante vederlo con Conte, che fa un tipo di gioco totalmente diverso da quello a cui lui si è abituato per tutta la carriera. Ma davvero, la sua leadership calma e efficiente è spaventosa. Fuoriclasse.

Terzino sinistro: NICOLAS TAGLIAFICO (Argentina)
In verità il ruolo più sguarnito della Copa America, specchio della situazione mondiale. Diciamo che Tagliafico è la scelta più accettabile: non ha brillato come del resto non ha fatto tutta l’Argentina, ma non ha nemmeno svaccato come è capitato singolarmente a ogni compagno di reparto. Qualche proiezione offensiva, con moderazione, ma ovviamente niente di paragonabile a quanto visto con l’Ajax. Comunque ha fatto il suo con diligenza, tappando la fascia specialmente contro la Colombia, e nella sua prestazione c’è l’incubazione di chi può crescere se il collettivo lo assiste. Anzi, è stato anche furbo a non chiedere troppo a un momento di squadra difficile, e nel decisivo Secondo Tempo con il Paraguay ha dato il suo apporto.

Interno Destro: ARTURO VIDAL (Cile)
Mastodontico. Il miglior Vidal della nostra vita. Avrà perso qualcosa in esplosività, come è normale con gli anni che passano, ma deve aver assorbito e rielaborato gli anni giocati accanto a Pirlo, o nel centrocampo di tocco del Bayern di marca spagnola. Perché si è preso il palleggio del Cile arretrando di una decina di metri il suo raggio d’azione, tenendo un ritmo fantastico di gioco, condendolo con aperture illuminanti che non fanno troppo rimpiangere il mago Valdivia. Non è un caso che allorquando il ct Rueda decida di non farlo giocare contro l’Uruguay per non fargli rischiare la squalifica, la Roja perda quel quid in più di creatività per aprire l’Uruguay, già ermeticamente sigillato di suo.

Regista: ERICK PULGAR (Cile)
Va bene che i giocatori cileni quando indossano la maglia della nazionale si trasfigurano, ma qui si sta esagerando. Fase a gironi scioccante giocata da Pulgar, roba da livello top di Champions. Che mandi immediatamente un bonifico a Mihajlovic, perché la sua progressione gli deve tantissimo. Incredibile padronanza e calma, va sempre a prendersi la responsabilità, in coordinazione con Vidal tiene alto il ritmo di palleggio e di tampone, ma la freschezza anagrafica gli consente anche di andare ripetutamente al rimorchio in conclusione. Forse le grandi stanno sottovalutando Pulgar, anche perché queste prestazioni vengono al seguito di una stagione in crescendo con il Bologna, i cui risultati sono guarda caso andati di pari passo con il suo rendimento.

Interno Sinistro: SHOYA NAKAJIMA (Giappone)
Non pensate sia una scelta da hipster. Il numero 10 giapponese si merita totalmente di essere nella top 11. Ha portato a spasso tutte le squadre che ha affrontato, perfino il Cile con cui il Giappone ha perso 0-4, ma ovviamente il calcio si gioca 11 v 11, e un giocatore da solo non può tutto. E’ il giapponese più costoso della storia, con i 39 milioni pagati per lui a febbraio dai qatarioti dell’Al Duhail, battendo il record precedente dei 29 milioni per Nakata dalla Roma al Parma. Ha fatto vedere che l’acquisto non è stata una spacconata da calcio mediorientale. Tocchi, invenzioni, guizzi, soluzioni, regia e conclusione, con il gol purtroppo inutile contro l’Ecuador, e gli altri assist. Il 25enne è un’occasione pazzesca mancata dal calcio europeo. Molti se l’erano perso perché lui s’era perso per infortunio la Coppa d’Asia a gennaio, ed era stato escluso a sorpresa da Russia 2018.

Esterno Destro: JAMES RODRIGUEZ (Colombia)
In verità la sua è solo una posizione di partenza, perché praticamente svaria su tutto il fronte d’attacco, ma facendolo una decina di metri più indietro. In pratica, numero 10. Che se devi andare a Napoli, significa solo una cosa… Molti si sono fatti traviare dal titolo di capocannoniere ai Mondiali 2014, ma le sue caratteristiche e il suo ruolo sono proprio quelle del fantasista. Il plus stavolta è che ha aggiunto una personalità che sembrava aver smarrito, con cui si è caricato l’intera Colombia sulle spalle, e l’ha declinata con qualità sopraffina, vedere l’assist con trivela dal centro con cui ha fatto qualificare la Colombia. Personalità, qualità, e nei momenti difficili: essendo un numero 10, provate un po’ a pensare quale altro 10 del passato eccelleva in quelle caratteristiche…

Centravanti: EDINSON CAVANI (Uruguay)
Il miglior centravanti di questa Copa America, anche meglio del suo compagno di reparto Suarez (che pure tecnicamente sarebbe un 11). Fa reparto da solo, ma in maniera moderna, accorciando per aiutare e dare sportellate, aprendo così lo spazio per gli inserimenti del Pistolero. Ma la sua capacità acrobatica di coordinamento è un piacere per gli occhi. Per questo, e non soltanto per l’effetto scenico della chioma frusciante in cielo quando stacca per incornare, sembra ricordare la versione completa e matura di Crespo. Il fatto che poi la Celeste si rivolga a lui, pur avendo accanto Suarez, la dice tutta sulla considerazione che hanno i compagni.

Esterno sinistro: EVERTON SOARES (Brasile)
Il Totò Schillaci della competizione. Non per caratteristiche, ma per l’effetto sorpresa dell’essere l’uomo dalla panchina spinto in campo, e diventato titolare a furor di popolo grazie a prestazioni nettamente superiori rispetto a tutti gli altri. Il suo ruolo però non è di attaccante rapace, ma di ala sinistra pura brasiliana, fatta tutta di scatti e martellamento sulla fascia penetrando in area, condita da una capacità balistica fuori dal comune. Detto Cebolinha, cipollina, per il colore rossiccio dei capelli, è stato l’uomo più decisivo del Brasile, essendo l’unico dei titolari che milita nel Brasileirao. Se non si perde e non si distrae, il calcio mondiale ha trovato un protagonista per almeno il prossimo quinquennio.

Miglior Allenatore: REINALDO RUEDA (Cile)
Nemo propheta in patria. Lui riporta il calcio colombiano di club sul tetto del mondo, con l’Atletico Nacional de Medellin. Così come fece Paco Maturana, che poi guidò la storica Colombia anni Novanta. Stavolta però i Cafeteros hanno scelto la via esotica rivolgendosi a Queiroz, e lui ha preso in mano il Cile bicampione in carica ma escluso dai Mondiali. E proprio Colombia e Cile hanno esibito il calcio migliore: la Colombia solida e inattaccabile (infatti, 0 gol subiti e tutte vittorie, come successe solo altre 3 volte nella storia della Copa America, e in quel caso la squadra era sempre andata in finale, con solo una vittoria però: proprio quella della Colombia 2001…); ma il Cile, meno attrezzato tecnicamente, ha giocato con creatività e ritmo. Destino crudele che si scontrino proprio nei Quarti.

Best XI 4-3-3
Farinez
Dani Alves Medel Godin Tagliafico
Vidal Pulgar Nakajima
James Rodriguez Cavani Everton
All. Rueda

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