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Pres. Sudtirol: "Il desiderio della C non era di ripartire. Playoff? Potrebbe essere"
"Quello di ripartire non era il desiderio della Lega Pro". A confermarlo è Walter Baumgartner, presidente del Sudtirol, dopo la decisione da parte del Consiglio Federale di considerare anche la C come campionato da portare a termine. "Non è un caso che nell'assemblea generale avessimo votato la proposta di non ritornare in campo. Oggi è venuto fuori qualcosa di diverso, con la logica che tutto il settore professionistico debba dare una linea comune, io non ritengo la scelta definitiva".
Ovverosia?
"Se non ci saranno le condizioni non si giocherà, è tutto da vedere. Come sarà il protocollo sanitario, se permette alla Lega Pro di giocare. Poi non ci sarebbero i tempi per chiudere il campionato e fare i playoff. Ci sarà una decisione, vediamo a inizio giugno".
Magari i playoff per evitare un'estate nei tribunali?
"Potrebbe, ma dev'essere deciso. Può succedere di tutto, se viene interrotto il campionato bisogna capire come vengono valutate le classifiche. Ci vuole un sistema oggettivo".
Il protocollo è un problema?
"Beh, non alleggerisce il modo di continuare. Non vale solo per noi, ma per tutti. La A ha più mezzi, ma anche per loro è complicato. Poi non bisogna trascurare il fatto che si giochi senza pubblico, ma non si sa. È tutto complicato: dall'altra parte c'è anche una logica, perché il calcio vuol fare finire i professionisti e gli altri fermarsi. C'è ancora la possibilità".
Ovverosia?
"Se non ci saranno le condizioni non si giocherà, è tutto da vedere. Come sarà il protocollo sanitario, se permette alla Lega Pro di giocare. Poi non ci sarebbero i tempi per chiudere il campionato e fare i playoff. Ci sarà una decisione, vediamo a inizio giugno".
Magari i playoff per evitare un'estate nei tribunali?
"Potrebbe, ma dev'essere deciso. Può succedere di tutto, se viene interrotto il campionato bisogna capire come vengono valutate le classifiche. Ci vuole un sistema oggettivo".
Il protocollo è un problema?
"Beh, non alleggerisce il modo di continuare. Non vale solo per noi, ma per tutti. La A ha più mezzi, ma anche per loro è complicato. Poi non bisogna trascurare il fatto che si giochi senza pubblico, ma non si sa. È tutto complicato: dall'altra parte c'è anche una logica, perché il calcio vuol fare finire i professionisti e gli altri fermarsi. C'è ancora la possibilità".
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