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Serie C, il mercoledì di fuoco del Girone A: dalle minacce col bastone agli insulti
Un mercoledì di fuoco per la Serie C, o meglio, per il Girone A, dove si è acceso soprattutto il post gara di Lecco-Renate, match vinto dalla formazione di casa per 2-1 in rimonta. Oltre alle colorite espressioni con riferimenti sessuali per definire la sconfitta del Renate di patron Paolo Di Nunno nel post gara, un dipendente lecchese ha brandito anche un bastone minacciando i dirigenti avversari, che comunque si sono lasciati andare a espressioni irriguardose: pesante parapiglia verbale insomma.
Come accaduto poi a Piacenza, a margine dello 0-0 contro la Giana Erminio.
Club quindi multati, come riferito quest'oggi dal giudice sportivo (QUI IL COMUNICATO INTEGRALE):
€ 2.500,00 RENATE perché‚ al termine della gara persona non identificata ma riconducibile alla società avvicinava gli ufficiali di gara che rientravano negli spogliatoi, ostacolandone l'ingresso e rivolgendo ai medesime ripetute espressioni irriguardose (r. c.c., r. proc. fed.).
€ 2.000,00 LECCO perché un proprio dipendente brandendo un bastone minacciava dirigenti e tecnici della squadra avversaria presenti nel corridoio degli spogliatoi al termine della gara. Tale comportamento veniva contenuto dall'intervento dei dirigenti (r.
Come accaduto poi a Piacenza, a margine dello 0-0 contro la Giana Erminio.
Club quindi multati, come riferito quest'oggi dal giudice sportivo (QUI IL COMUNICATO INTEGRALE):
€ 2.500,00 RENATE perché‚ al termine della gara persona non identificata ma riconducibile alla società avvicinava gli ufficiali di gara che rientravano negli spogliatoi, ostacolandone l'ingresso e rivolgendo ai medesime ripetute espressioni irriguardose (r. c.c., r. proc. fed.).
€ 2.000,00 LECCO perché un proprio dipendente brandendo un bastone minacciava dirigenti e tecnici della squadra avversaria presenti nel corridoio degli spogliatoi al termine della gara. Tale comportamento veniva contenuto dall'intervento dei dirigenti (r.
c.c., r. proc. fed.).
€ 2.000,00 PIACENZA perché‚ persone presenti in tribuna e riconducibili alla società durante la gara e al termine della stessa rivolgevano all'arbitro reiterate frasi offensive e ingiuriose (r. c.c., r.proc. fed).
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