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...con Fabio LupoTUTTO mercato WEB
© foto di Aurelio Bracco
giovedì 13 agosto 2020, 00:00A tu per tu
di Alessio Alaimo

...con Fabio Lupo

“Venezia, io scavalcato da Poggi e Collauto: non sono stati corretti. Il presidente voleva pensare al futuro quando lottavamo per la salvezza: così non va. Pronto per una nuova sfida”
Qualche giorno fa ha detto addio al Venezia dopo aver conquistato l’undicesimo posto in classifica con cinquanta punti. “Il presidente voleva un lavoro basato su statistiche e numeri, un modello nuovo”, dice il direttore sportivo Fabio Lupo a TuttoMercatoWeb.

Perché lei e il Venezia vi siete separati?
“Già c’era stata qualche divergenza di opinione mesi fa, il presidente aveva urgenza di lavorare sul futuro e io invece ritenevo che fosse più opportuno pensare al presente visto che avevamo una salvezza da conquistare. Sono in questo mondo da quarant’anni, lui da quaranta giorni: penso di sapere qualcosa in più”.

Al suo posto ci sono Collauto e Poggi.
“Abbiamo deciso di risolvere il rapporto. Ma non mi è piaciuto che mentre gestivo il presente Poggi e Collauto si muovevano a mia insaputa. Ho sentito Poggi dire ‘tutti sapevano’, ma non è una risposta corretta. Detto ciò, auguro al Venezia di non buttare via il lavoro fatto quest’anno”.

Ha chiesto spiegazioni ai suoi successori su quanto accaduto?
“Si. Ed erano in difficoltà perché per il rapporto che c’è stato durante l’anno avevano l’obbligo morale di avvisarmi. Non lo hanno fatto. E non si può rimandare tutto all’intuito personale”.


Quando ha capito che la sua esperienza al Venezia sarebbe finita?
“Quando durante una discussione ho detto al presidente che non bisognava lavorare sul futuro ma sul presente perché c’era una salvezza da conquistare. Li mi ha detto: ‘tu lavora al presente, io al futuro’. Ma c’erano troppe incognite. Come fai a lavorare sul mercato senza sapere che categoria farai e chi sarà l’allenatore? Parlare con gli agenti senza sapere quale sarebbe stato il budget e la categoria non avrebbe avuto senso. Poggi parla di nuovo modo di fare scouting simile al modello europeo, Ma parla senza cognizione di causa, evidentemente conosce poco l’Europa, dato che il suo ruolo lo portava soprattutto in Estremo Oriente”.

Che campionato è stato per il Venezia?
“Bisogna fare un passo indietro: ad inizio luglio dell’anno scorso il Venezia non sapeva che categoria avrebbe fatto e c’era una squadra da costruire. Abbiamo puntato su Dionisi, tutti ne parlavano bene ma io ci ho messo la faccia e insieme ad Armando Ortoli ho scommesso su di lui. Tutti ci hanno detto bravi, ma dopo. Siamo arrivati undicesimi facendo cinquanta punti. E anche l’allenatore oggi ha un valore. Tutto questo senza sforare il budget prestabilito”.

Cosa vuole dire ai tifosi del Venezia?
“Hanno avuto istintiva fiducia nei miei riguardi. Hanno apprezzato il mio modo di rappresentare il Venezia e gli dico grazie per la fiducia e la stima. Ma ringrazio anche le persone della sede del Venezia, ho avuto un bellissimo rapporto con tutti. Oltre al privilegio di vivere in una città meravigliosa”.

E adesso, direttore? Pronto a rientrare?
“Dentro di me c’è la passione per questo mondo e questo lavoro. Posso anche stare a guardare, non ho l’esigenza di dover lavorare per forza. Voglio lavorare a condizione che professione e persona siano rispettate”.