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Torino, mercato in ritardo: così Verdi e Laxalt deludono
Un calciomercato fatto in extremis, letteralmente all'ultimo secondo, e i risultati si vedono. Perché Diego Laxalt e Simone Verdi hanno saltato la preparazione a Bormio, il tempo naturale per l'inserimento da fare durante l'estate è coinciso con l'inizio del campionato. E, ad oggi, il rendimento è altamente sotto le aspettative. Il presidente Urbano Cairo in più occasioni ha spiegato il ritardo degli innesti, con le trattative che non riuscivano a decollare, ma si è rivelato un handicap che si sta pagando adesso. Diverso il discorso per Kevin Bonifazi e Lyanco, entrambi rientrati dai rispettivi prestiti a luglio, entrambi quando sono stati chiamati in causa hanno ben impressionato.
SIMONE VERDI - Arrivato in pompa magna, a 3 secondi netti dal gong finale del calciomercato, con l'etichetta di colpo più caro dell'era Cairo: mai, infatti, il patron granata aveva sborsato 25 milioni di euro per acquistare un giocatore. Subito l'esordio contro il Lecce, poi il suo minutaggio è aumentato fino a diventare un titolare. Il suo bottino, però, resta magro: zero gol segnati, un unico assist fornito ad Ansaldi nella trasferta di Parma. E poi l'equivoco sulla sua posizione in campo: seconda punta, mezza punta, esterno, l'impressione è che anche lo stesso Walter Mazzarri non abbia ancora trovato la giusta posizione per Verdi. Doveva essere un esperimento da fare durante l'estate, invece il tecnico è costretto a provare e riprovare durante le gare ufficiali.
DIEGO LAXALT - Il suo arrivo è datato 31 agosto, il discorso quindi è molto simile a quello di Verdi. Non è ancora riuscito a ritagliarsi uno spazio importante, anche perché la concorrenza sugli esterni è ampia, e il minutaggio lo conferma: appena due gare da titolare, poi diversi spezzoni. Ma, per il momento, non si è ancora visto il vero Laxalt, quello che al Genoa era un esterno di gamba e di dribbling e che, tra l'altro, proprio al Toro segnò una doppietta. Per Mazzarri è un jolly da sfruttare in più zone del campo, a Brescia ad esempio lo ha provato come interno della mediana. Ma, per il momento, è più una carta da giocare a gara in corso piuttosto che dall'inizio.
KEVIN BONIFAZI - Partenza con il botto, con tanto di primo gol in granata contro l'Atalanta alla seconda di campionato, poi solo panchine. La parabola discendente del classe '96 resta difficile da spiegare: ora è stato fermato da un infortunio al polso, ma le esclusioni precedente avevano lasciato perplessi. Anche perché, come rendimento, non aveva assolutamente deluso, anzi. Ora insieme al suo procuratore ha cominciato a guardarsi intorno in vista di gennaio: nel prossimo mercato potrebbe salutare il Toro. Ancora una volta.
LYANCO - La cura Sinisa gli ha fatto bene, ora il brasiliano è un difensore affidabile. Le amnesie, però, restano: spesso si dimentica di marcare, o per supponenza prova dribbling rischiosi anche al limite della sua area di rigore. Il secondo impatto con il granata, però, è positivo: ha scalato le gerarchie e ora, di fatto, è un centrale titolare insieme a Izzo e Nkoulou. Deve guardarsi dal ritorno di Bremer, il duello tutto verdeoro non può che far bene all'intero reparto.
SIMONE VERDI - Arrivato in pompa magna, a 3 secondi netti dal gong finale del calciomercato, con l'etichetta di colpo più caro dell'era Cairo: mai, infatti, il patron granata aveva sborsato 25 milioni di euro per acquistare un giocatore. Subito l'esordio contro il Lecce, poi il suo minutaggio è aumentato fino a diventare un titolare. Il suo bottino, però, resta magro: zero gol segnati, un unico assist fornito ad Ansaldi nella trasferta di Parma. E poi l'equivoco sulla sua posizione in campo: seconda punta, mezza punta, esterno, l'impressione è che anche lo stesso Walter Mazzarri non abbia ancora trovato la giusta posizione per Verdi. Doveva essere un esperimento da fare durante l'estate, invece il tecnico è costretto a provare e riprovare durante le gare ufficiali.
DIEGO LAXALT - Il suo arrivo è datato 31 agosto, il discorso quindi è molto simile a quello di Verdi. Non è ancora riuscito a ritagliarsi uno spazio importante, anche perché la concorrenza sugli esterni è ampia, e il minutaggio lo conferma: appena due gare da titolare, poi diversi spezzoni. Ma, per il momento, non si è ancora visto il vero Laxalt, quello che al Genoa era un esterno di gamba e di dribbling e che, tra l'altro, proprio al Toro segnò una doppietta. Per Mazzarri è un jolly da sfruttare in più zone del campo, a Brescia ad esempio lo ha provato come interno della mediana. Ma, per il momento, è più una carta da giocare a gara in corso piuttosto che dall'inizio.
KEVIN BONIFAZI - Partenza con il botto, con tanto di primo gol in granata contro l'Atalanta alla seconda di campionato, poi solo panchine. La parabola discendente del classe '96 resta difficile da spiegare: ora è stato fermato da un infortunio al polso, ma le esclusioni precedente avevano lasciato perplessi. Anche perché, come rendimento, non aveva assolutamente deluso, anzi. Ora insieme al suo procuratore ha cominciato a guardarsi intorno in vista di gennaio: nel prossimo mercato potrebbe salutare il Toro. Ancora una volta.
LYANCO - La cura Sinisa gli ha fatto bene, ora il brasiliano è un difensore affidabile. Le amnesie, però, restano: spesso si dimentica di marcare, o per supponenza prova dribbling rischiosi anche al limite della sua area di rigore. Il secondo impatto con il granata, però, è positivo: ha scalato le gerarchie e ora, di fatto, è un centrale titolare insieme a Izzo e Nkoulou. Deve guardarsi dal ritorno di Bremer, il duello tutto verdeoro non può che far bene all'intero reparto.
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