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Ranieri ha tante perplessità sulla ripresa dell Serie A: "Italia sommersa come in una guerra"
Claudio Ranieri e la ripresa del campionato. Il tecnico della Sampdoria, ne ha parlato nel corso di una intervista al quotidiano 'La Repubblica' e s'è mostrato piuttosto scettico sulla possibilità che si riesca a tornare in campo per concludere il campionato: "L'Italia è sommersa come se fossimo in guerra. Gli ospedali delle grandi città in ginocchio. E le trasferte sono viaggi e in Italia non ci sono più zone franche. Quando luoghi e alberghi saranno sicuri? Si parla di gare in campo neutro, escludendo qualche regione. Non sono d'accordo: o si riprende tutti o nessuno".
Ranieri ha poi chiesto massima cautela sul ritorno agli allenamenti. Ha apprezzato il gesto d Governo di vietarli tramite decreto e ha aggiunto: "Si è capito che questo virus può dare complicazioni al cuore: prima di tornare ad allenarsi, vale per la Samp e per tutte le squadre, è dovere dei medici ridare ad ogni atleta l'idoneità completa. Non solo una visita generale, ma approfonditi controlli cardiaci. Con la salute non si scherza".
Per Ranieri, quindi, difficilmente si tornerà in campo: "Anche perché prima di tornare a giocare ci vorranno settimane di preparazione, sarà peggio di un ritiro estivo perché c'è chi è stato contagiato dalla malattia. E tra l'altro si ipotizzano tre partite a settimana, cosa già difficile prima che arrivasse il virus".
Ranieri ha poi chiesto massima cautela sul ritorno agli allenamenti. Ha apprezzato il gesto d Governo di vietarli tramite decreto e ha aggiunto: "Si è capito che questo virus può dare complicazioni al cuore: prima di tornare ad allenarsi, vale per la Samp e per tutte le squadre, è dovere dei medici ridare ad ogni atleta l'idoneità completa. Non solo una visita generale, ma approfonditi controlli cardiaci. Con la salute non si scherza".
Per Ranieri, quindi, difficilmente si tornerà in campo: "Anche perché prima di tornare a giocare ci vorranno settimane di preparazione, sarà peggio di un ritiro estivo perché c'è chi è stato contagiato dalla malattia. E tra l'altro si ipotizzano tre partite a settimana, cosa già difficile prima che arrivasse il virus".
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