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tmw / torino / Serie A
ESCLUSIVA TMW - Far Oer apripista, Knudsen: "Così ho segnato il 1° gol d'Europa, quanti abbracci"TUTTO mercato WEB
martedì 12 maggio 2020, 12:00Serie A
di Giacomo Iacobellis
esclusiva

Far Oer apripista, Knudsen: "Così ho segnato il 1° gol d'Europa, quanti abbracci"

Il pallone è tornato a rotolare in Europa. Al momento, solamente sull'arcipelago indipendente delle Isole Fær Øer, il primo Paese a riprendere a giocare nel nostro continente dopo lo stop imposto dalla pandemia (la Bielorussia non si è mai fermata). Ora che il Coronavirus è stato sconfitto, infatti, con circa due mesi di ritardo si è potuto finalmente dare il via libera alla Formuladeildin, massima divisione locale. Un esordio atteso a lungo, che il NSÍ Runavík di Aron Knudsen sabato scorso ha bagnato con una storica vittoria: 3-1 al TB Tvøroyri e subito primato in classifica. Ma com'è stato rientrare in campo di questi tempi? Quale protocollo sanitario hanno dovute seguire le squadre? Ce lo ha raccontato lo stesso centrocampista classe '99, talento in rampa di lancio del calcio faroese e autore - gli amanti delle statistiche apprezzeranno - del primo sigillo dell'intera competizione (e della ripartenza europea), intervenuto in esclusiva per TuttoMercatoWeb.com direttamente dall'isola di Eysturoy, la seconda (286,08 km²) per dimensione e popolazione (11.069 abitanti).

Knudsen, innanzitutto complimenti: il campionato non sarebbe potuto iniziare meglio per lei e per i suoi compagni.
"L'attesa è stata lunga, ma ne è valsa la pena. Qui si gioca seguendo l'anno solare e la pandemia ci ha costretti così ad allungare la preparazione di ben due mesi rispetto al solito. Ci allenavamo in gruppo ormai da aprile e non stavamo più nella pelle: tornare a giocare è stato bellissimo, segnare il primo gol assoluto dopo appena otto minuti lo è stato ancora di più".

Non solo il primo gol della stagione alle Fær Øer, il suo è stato anche il sigillo apripista di tutto il calcio europeo sospeso a causa del COVID-19.
"Che emozione... Dopo il mio debutto in prima squadra a soli 16 anni, nel 2017 ho rimediato un grave infortunio al ginocchio che mi ha tenuto fuori per circa un anno e mezzo. Il mio ritorno è stato difficile e graduale: mi allenavo con la prima squadra, ma giocavo con la seconda. Fino a sabato scorso. Adesso ho 20 anni e questo per me può essere l'anno della svolta, me lo sento".

Se il buongiorno si vede dal mattino...
"Il mio obiettivo è proprio questo: continuare a giocare e segnare con la prima squadra del Runavík, facendomi progressivamente strada anche in Nazionale maggiore. A livello collettivo, la speranza è invece quella di riuscire a vincere il titolo dopo esserci andati vicinissimi negli ultimi tre anni".

A proposito, ci spiega meglio come funziona la Formuladeildin (o Betri-deildin per motivi di sponsor)?
"Ci sono dieci squadre, ci affrontiamo tutti tre volte. In questo modo ogni club gioca un numero totale di 27 partite a campionato. I verdetti? La prima classificata vince il titolo e accede ai preliminari di Champions, la seconda e la terza vanno ai preliminari di Europa League, mentre la nona e la decima retrocedono in seconda divisione. Facile, no?".


Ormai la sua testa ci sembra proiettata solamente sul calcio, ma qual è la situazione legata al Coronavirus alle Fær Øer?
"Tutte e 187 le persone che erano risultate positive al virus sono guarite. In questo momento, quindi, possiamo dire che il Coronavirus non esiste più sulle nostre 18 isole".

Il calcio, però, è cambiato inevitabilmente persino nel vostro arcipelago.
"Sì, qualche cambiamento il COVID-19 lo ha imposto anche a noi. Prima di tutto, e questa è la cosa più triste, i tifosi ad oggi non hanno il permesso di entrare allo stadio: si gioca solo a porte chiuse. Poi c'è gel disinfettante da tutte le parti, noi calciatori non possiamo dare la mano agli avversari, ciascuno ha sempre la propria bottiglietta d'acqua e così via...".

In Italia abbiamo letto anche di alcuni divieti più curiosi: per esempio, quello di sputare a terra o di toccare i compagni...
"Sciocchezze. Possiamo abbracciarci tra compagni, basti vedere la foto della mia esultanza (ride, ndr)... Lo sputo a terra non è sanzionabile e, per fortuna, non dobbiamo usare alcuna mascherina".

Sarà l'astinenza, sarà la passione della gente... Possiamo dire che il calcio alle Fær Øer non era mai stato così seguito a livello internazionale?
"Sì ed è sicuramente una gran bella soddisfazione, per tutti noi. Qua non abbiamo avuto nessun decesso a causa del Coronavirus e stiamo piano piano tornando alla normalità a differenza della maggior parte degli altri Paesi. Penso che sia anche questo ad attirare i media stranieri, in primis la tv norvegese, che hanno deciso di investire in maniera importante sul nostro calcio dandoci tantissima visibilità mondiale".