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Cravero: "Toro, non vendere Belotti. Gattuso sottovalutato dal Milan"
“La migliore di questa ripresa? L’Atalanta”. Come molti osservatori, anche Roberto Cravero incorona la Dea, che ieri ha battuto la Lazio, come squadra più convincente di queste prime gare di campionato: “Quattro gol al Sassuolo, tre gol alla Lazio dopo lo svantaggio. Devo menzionare anche il Napoli, per me è appena dietro l’Atalanta. La vittoria della Coppa Italia, poi una trasferta temibile come quella di Verona: bene. Dopo due buone prestazioni, ho visto sottotono l’Inter contro il Sassuolo. Mi è piaciuto anche il Toro, devo essere onesto”.
Tutto sulle spalle di Belotti, però.
“Mah, non sono tanto d’accordo. In questo momento magari sì. Però forse è più sulle spalle di Sirigu e dei difensori, che con l’Udinese hanno fatto cose eccelse”.
Parlando di Belotti: Cairo assicura che non lo cederà. È giusto per il Gallo restare in granata?
“È difficile sinceramente entrare in merito a questi discorsi. Da tifoso vorrei che Belotti rimanesse nel Toro, ma non posso entrare nella sua testa o in quella di Cairo. È chiaro che cedere Belotti sarebbe un segnale negativo per il Torino”.
Torniamo al campionato: ritmi bassi
“È chiaro che dopo tre mesi non ci potevamo aspettare altro rispetto a quello che abbiamo visto. Tra l’altro si è annullato il fattore campo. Però dobbiamo pensare a quello che è successo, non possiamo dimenticare come ci siamo arrivati. E bisogna ripartire in silenzio, rispettando chi è stato toccato da questo virus”.
Napoli promosso, diceva. Abbiamo sottovalutato Gattuso? Ha risolto tanti problemi.
“Probabile. Più che altro, lo ha fatto il Milan. Quando è andato via, si pensava che potesse andare meglio, invece abbiamo visto che i migliori risultati negli ultimi periodi li ha raggiunti propri Gattuso. Quando è arrivato al Napoli c’era tanto da costruire e lui ci è riuscito molto bene. La qualità migliore è che lui ha il rispetto dei suoi giocatori, si vede che quando vanno in campo riconoscono il lavoro del loro allenatore”.
Corsa Scudetto. Discorso chiuso o aperto?
“Resta aperto, con percentuali diverse da quelle che c’erano prima del pareggio dell’Inter e della sconfitta della Lazio. Se prima davano 50 alla Juve, 35 Lazio e 15 Inter, ora diamo 70 Juve, 20 alla Lazio e 10 all’Inter”.
Cosa la condizionerà?
“Mancano undici partite, tutte con un punto di domanda. Parliamo di calcio perché abbiamo dei precedenti, abbiamo un vissuto. Ora non sappiamo come reagiranno i giocatori, in che condizioni andremo a giocare a calcio, quanto caldo farà. Potrebbero uscire meglio i giocatori di talento, così come pure quelli più forti a livello fisico o caratteriale”.
Tutto sulle spalle di Belotti, però.
“Mah, non sono tanto d’accordo. In questo momento magari sì. Però forse è più sulle spalle di Sirigu e dei difensori, che con l’Udinese hanno fatto cose eccelse”.
Parlando di Belotti: Cairo assicura che non lo cederà. È giusto per il Gallo restare in granata?
“È difficile sinceramente entrare in merito a questi discorsi. Da tifoso vorrei che Belotti rimanesse nel Toro, ma non posso entrare nella sua testa o in quella di Cairo. È chiaro che cedere Belotti sarebbe un segnale negativo per il Torino”.
Torniamo al campionato: ritmi bassi
“È chiaro che dopo tre mesi non ci potevamo aspettare altro rispetto a quello che abbiamo visto. Tra l’altro si è annullato il fattore campo. Però dobbiamo pensare a quello che è successo, non possiamo dimenticare come ci siamo arrivati. E bisogna ripartire in silenzio, rispettando chi è stato toccato da questo virus”.
Napoli promosso, diceva. Abbiamo sottovalutato Gattuso? Ha risolto tanti problemi.
“Probabile. Più che altro, lo ha fatto il Milan. Quando è andato via, si pensava che potesse andare meglio, invece abbiamo visto che i migliori risultati negli ultimi periodi li ha raggiunti propri Gattuso. Quando è arrivato al Napoli c’era tanto da costruire e lui ci è riuscito molto bene. La qualità migliore è che lui ha il rispetto dei suoi giocatori, si vede che quando vanno in campo riconoscono il lavoro del loro allenatore”.
Corsa Scudetto. Discorso chiuso o aperto?
“Resta aperto, con percentuali diverse da quelle che c’erano prima del pareggio dell’Inter e della sconfitta della Lazio. Se prima davano 50 alla Juve, 35 Lazio e 15 Inter, ora diamo 70 Juve, 20 alla Lazio e 10 all’Inter”.
Cosa la condizionerà?
“Mancano undici partite, tutte con un punto di domanda. Parliamo di calcio perché abbiamo dei precedenti, abbiamo un vissuto. Ora non sappiamo come reagiranno i giocatori, in che condizioni andremo a giocare a calcio, quanto caldo farà. Potrebbero uscire meglio i giocatori di talento, così come pure quelli più forti a livello fisico o caratteriale”.
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