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La FIGC introduce il Green Pass per i calciatori. E a Gravina non basta il 50% del pubblico
Giornata importante per il calcio italiano, quella che si è da poco conclusa. In mattinata infatti è andato in scena un Consiglio Federale che ha trattato tutti i temi dell'attualità del pallone. Se il passaggio della Serie A a 18 squadre resta ancora incerto e comunque lontano nel tempo, la FIGC ha fatto passi in avanti importanti per quanto riguarda il rientro del pubblico negli stadi e soprattutto l'adozione di strumenti di prevenzione dal Covid-19 nei calciatori (e negli staff). Il Consiglio Federale infatti ha approvato l'obbligatorietà del Green Pass per tutti i tesserati che disputano competizioni professionistiche.
Clicca qui per tutte le parole del presidente Gabriele Gravina
Nel pomeriggio, poi, ha preso la parola il presidente Gabriele Gravina che ha spiegato nel dettaglio la questione: "Ho proposto il green pass obbligatorio anche per giocatori e addetti ai lavori, dai professionisti ai dilettanti, perché il calcio, anche se ha già un suo protocollo severissimo, resta all'interno delle regole che valgono per il Paese. Ci faremo ancor più promotori della campagna vaccinale e valuteremo in seguito a tutela della salute dei nostri lavoratori l'obbligo di vaccino". Quindi, un passaggio importante sulla riapertura degli stadi: "Il 50% non è soddisfacente e inapplicabile al calcio se sarà necessario mantenere il distanziamento di un metro. Abbiamo chiesto al governo di occupare i posti a scacchiera", ha confessato Gravina.
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Nel pomeriggio, poi, ha preso la parola il presidente Gabriele Gravina che ha spiegato nel dettaglio la questione: "Ho proposto il green pass obbligatorio anche per giocatori e addetti ai lavori, dai professionisti ai dilettanti, perché il calcio, anche se ha già un suo protocollo severissimo, resta all'interno delle regole che valgono per il Paese. Ci faremo ancor più promotori della campagna vaccinale e valuteremo in seguito a tutela della salute dei nostri lavoratori l'obbligo di vaccino". Quindi, un passaggio importante sulla riapertura degli stadi: "Il 50% non è soddisfacente e inapplicabile al calcio se sarà necessario mantenere il distanziamento di un metro. Abbiamo chiesto al governo di occupare i posti a scacchiera", ha confessato Gravina.
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