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…con Stefano Antonelli
“Il mercato? Tutti si aspettavano qualcosa in meno perché i tempi che ci sono e tutto quello che c’è intorno facevano pensare questo. Invece le dinamiche hanno dimostrato grande intelligenza, guardate l’Inter che ha venduto i pezzi più importanti e ha usato idee e strategia per rimanere la squadra da battere”. Così a Tuttomercatoweb l’operatore di mercato Stefano Antonelli.
Si aspettava l’addio di CR7?
“Si. Perché è come se non avessi mai avuto sensazioni forti di appartenenza di Ronaldo alla città e alla squadra. Se guardiamo i numeri parliamo di un fenomeno, però è come se avesse giocato la sua partita e non quella della Juve”.
Sul mercato è arrivato Kean…
“Con evidenti problemi l’Inter è riuscita ad incassare circa 170 milioni, quindi ha potuto fare tutto per avere una squadra in linea con le ambizioni. La Juve queste entrate non le ha avute, ha fatto l’investimento di Locatelli e probabilmente la rivedremo protagonista nella prossima stagione. Vedo ancora l’Inter davanti”.
Kean il rinforzo ideale?
“Era l’operazione più giusta. Non è il giocatore che risolve i problemi ma è un ottimo calciatore”.
Sono giorni chiave per Dybala, per il rinnovo.
“Nel momento in cui c’era Ronaldo si era spenta la sua stella. Oggi si è riaccesa. L’avvento di Ronaldo tra un problema e l’altro ha fatto patire Dybala che è tornato al centro del progetto ma è in scadenza. Credo dipenda più dalla Juventus”.
Ha portato Buksa al Genoa, colpo per l’immediato?
“Un 2003, la classica punta strutturata da 1,90. Per me ci vorranno due anni nel nostro campionato e poi lo vedremo ad alti livelli. Una bella intuizione, grazie anche a Gianluca Di Carlo. È elegante, ha voglia di crescere e imparare e la palestra del calcio italiano è unica. In Polonia ha fatto molto bene, potrà ripetersi con il tempo anche in Italia”.’
Un’altra operazione che ha condotto è stata Udogie all’Udinese.
“Probabilmente non conosce ancora il suo potenziale. È un 2002, ha fatto tutte le selezioni Nazionali. Da parte mia sarebbe facile dire che è un predestinato. Deve continuare a lavorare come sta facendo”.
E Pezzella all’Atalanta?
“Un’operazione che nasce dall’opportunità. Gasperini su una rosa di esterni sinistri ha preferito l’italiano strutturato e il giocatore che potrebbe esprimere ciò che non ha ancora espresso. Ricordiamoci la storia di Cristante e Gagliardini”.
Si aspettava l’addio di CR7?
“Si. Perché è come se non avessi mai avuto sensazioni forti di appartenenza di Ronaldo alla città e alla squadra. Se guardiamo i numeri parliamo di un fenomeno, però è come se avesse giocato la sua partita e non quella della Juve”.
Sul mercato è arrivato Kean…
“Con evidenti problemi l’Inter è riuscita ad incassare circa 170 milioni, quindi ha potuto fare tutto per avere una squadra in linea con le ambizioni. La Juve queste entrate non le ha avute, ha fatto l’investimento di Locatelli e probabilmente la rivedremo protagonista nella prossima stagione. Vedo ancora l’Inter davanti”.
Kean il rinforzo ideale?
“Era l’operazione più giusta. Non è il giocatore che risolve i problemi ma è un ottimo calciatore”.
Sono giorni chiave per Dybala, per il rinnovo.
“Nel momento in cui c’era Ronaldo si era spenta la sua stella. Oggi si è riaccesa. L’avvento di Ronaldo tra un problema e l’altro ha fatto patire Dybala che è tornato al centro del progetto ma è in scadenza. Credo dipenda più dalla Juventus”.
Ha portato Buksa al Genoa, colpo per l’immediato?
“Un 2003, la classica punta strutturata da 1,90. Per me ci vorranno due anni nel nostro campionato e poi lo vedremo ad alti livelli. Una bella intuizione, grazie anche a Gianluca Di Carlo. È elegante, ha voglia di crescere e imparare e la palestra del calcio italiano è unica. In Polonia ha fatto molto bene, potrà ripetersi con il tempo anche in Italia”.’
Un’altra operazione che ha condotto è stata Udogie all’Udinese.
“Probabilmente non conosce ancora il suo potenziale. È un 2002, ha fatto tutte le selezioni Nazionali. Da parte mia sarebbe facile dire che è un predestinato. Deve continuare a lavorare come sta facendo”.
E Pezzella all’Atalanta?
“Un’operazione che nasce dall’opportunità. Gasperini su una rosa di esterni sinistri ha preferito l’italiano strutturato e il giocatore che potrebbe esprimere ciò che non ha ancora espresso. Ricordiamoci la storia di Cristante e Gagliardini”.
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