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Ivan Juric, la crescita esponenziale di Pobega e la rabbia per un Pessina bis
Ventisette agosto duemilaventuno, un caldo giorno di calcio e di calciomercato. Il Torino è reduce dall'arrivo di Tommaso Pobega dal Milan. Lo benedice, a suo modo, coi suoi modi, coi suoi termini, Ivan Juric. "Arriva in prestito secco, senza nessun diritto per noi: avevamo bisogno di uno come lui, devi accettare i compromessi ma non è bello lavorare per un’altra società. E’ un centrocampista totale, ci può dare una mano. Può fare l’interno o giocare più in avanti”. Venticinque ottobre duemilaventuno. Poche settimane e i titoli per il centrocampista lo scorso anno allo Spezia, uno che i Liguri eran golosi di riprendere salvo poi capire che in certi casi ubi maior, si sprecano. Protagonista assoluto del progetto di Juric e del Torino, perno anche del recente tre a due inflitto al Genoa.
Come Pessina
La rabbia di quei giorni è stata un messaggio alla società, non certo al giocatore. Anzi. Il croato è stato felicissimo di abbracciare quello che ritiene a ogni effetto un perno della sua linea mediana, perfetto per le sue idee di calcio e gioco. Juric ha mandato una missiva alla proprietà, lamentandosi di dover fare il lavoro pro tempore per un altro club, come accaduto con Matteo Pessina tra Hellas Verona e Atalanta. Fece quest'esempio perché era ben felice che la dirigenza gli avesse messo a disposizione un giocatore importante e futuribile ma dispiaciuto altresì di non poter costruire attorno a lui certezze per la società. Se da una parte, Verona, il progetto era però da tempo chiaro a Juric che così ha voluto sfogare la momentanea frustrazione di non vedere la prospettiva per l'ambizioso salto che aveva in testa, dall'altra è inciampato forse in incomprensioni o in mezze promesse che non ha visto mantenute.
Maneggiare con cura
Come allora il Verona è stato abile a farsi scudo e a lasciar sfogare Juric, adesso sta facendo altrettanto il Torino per Pobega. La realtà è che adesso il tecnico si sarebbe aspettato candidamente uno step avanti da parte della società anche sulle certezze per il futuro e il croato avrebbe voluto anche e soprattutto il centrocampista tra queste. Dovrà accontentarsi di allenarlo intanto per una stagione, e poi si vedrà. Anche perché i rumors di contropartite, con Andrea Belotti dall'altra parte dell'affare per gennaio, si spengono subito davanti a una frase. "Il Gallo resta qui a gennaio". Firmato Juric.
Come Pessina
La rabbia di quei giorni è stata un messaggio alla società, non certo al giocatore. Anzi. Il croato è stato felicissimo di abbracciare quello che ritiene a ogni effetto un perno della sua linea mediana, perfetto per le sue idee di calcio e gioco. Juric ha mandato una missiva alla proprietà, lamentandosi di dover fare il lavoro pro tempore per un altro club, come accaduto con Matteo Pessina tra Hellas Verona e Atalanta. Fece quest'esempio perché era ben felice che la dirigenza gli avesse messo a disposizione un giocatore importante e futuribile ma dispiaciuto altresì di non poter costruire attorno a lui certezze per la società. Se da una parte, Verona, il progetto era però da tempo chiaro a Juric che così ha voluto sfogare la momentanea frustrazione di non vedere la prospettiva per l'ambizioso salto che aveva in testa, dall'altra è inciampato forse in incomprensioni o in mezze promesse che non ha visto mantenute.
Maneggiare con cura
Come allora il Verona è stato abile a farsi scudo e a lasciar sfogare Juric, adesso sta facendo altrettanto il Torino per Pobega. La realtà è che adesso il tecnico si sarebbe aspettato candidamente uno step avanti da parte della società anche sulle certezze per il futuro e il croato avrebbe voluto anche e soprattutto il centrocampista tra queste. Dovrà accontentarsi di allenarlo intanto per una stagione, e poi si vedrà. Anche perché i rumors di contropartite, con Andrea Belotti dall'altra parte dell'affare per gennaio, si spengono subito davanti a una frase. "Il Gallo resta qui a gennaio". Firmato Juric.
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