Alla scoperta di Samuele D'Agostino: l'anima del Torino Under 18

“Corre, attacca, ritorna… è instancabile. Non mi stupirò se un giorno crosserà la palla e andrà a colpire di testa per fare gol”. Sono le parole con cui Claudio Ranieri, qualche settimana prima di vincere lo storico titolo con il Leicester, descriveva N’Golo Kantè. Nel Torino Under 18, tra i numerosi giovani talenti che mister Antonino Asta può coccolarsi, spicca Samuele D’Agostino, di cui si potrebbe dire lo stesso senza andare troppo lontano dalla verità. Con una differenza: il numero 7 dei granata non è solo corsa, ma anche tanta, tantissima qualità. Come ha capito, a sue spese, l’Inter, che domenica pomeriggio, a Giussano, è stata sconfitta 1-3. E indovinate chi è stato il migliore in campo?
Samuele D’Agostino è un centrocampista classe 2004. Cresciuto nella Cheraschese – una società della provincia di Cuneo – a gennaio 2020 si è trasferito al Torino. Dotato di una tecnica da trequartista e di tempi di inserimento da incursore, nei granata è cresciuto in modo esponenziale anche in fase di interdizione. Il risultato è un vero e proprio “tuttocampista”, un giocatore box to box che abbina qualità e quantità. Sulla carta è una mezzala, ma di fatto è uomo ovunque della sua squadra, interpretando il ruolo in modo estremamente moderno. E la partita di domenica contro i nerazzurri lo dimostra con una chiarezza abbagliante. Dopo 5’ dà il via all’azione dello 0-1 con una giocata di un’intelligenza e di una tecnica superiori. Con un unico tocco, controlla d’esterno – in controbalzo – un pallone che sta spiovendo a campanile e aggira l’avversario che lo sta marcando stretto alle sue spalle, poi cede la sfera a Vaiarelli facendo partire il contropiede. A pochi giri di lancette dall’intervallo, sul punteggio di 1-2, i granata sembrano avere un attimo di defaillance e avrebbero bisogno di un episodio o di una giocata individuale. D’Agostino incarna entrambe le soluzioni, perché si avventa su un pallone vagante a centrocampo, passa come un treno in mezzo a due avversari, entra in area, crossa (col piede debole) e guadagna il rigore dell’1-3. Nella seconda frazione, con gli ospiti che ovviamente non devono premere sull’acceleratore, l’ex Cheraschese si fa notare soprattutto in fase difensiva, dimostrando resistenza, grinta nei contrasti e una notevole scelta nel tempo dell’intervento, che lo rendono praticamente insuperabile nell’uno contro uno. E infatti Kamate, che ha la sfortuna di giocare dal suo lato, non riuscirà mai nemmeno ad avvicinarsi all’area di rigore. Il coronamento di una prestazione dominante sarebbe il gol, cui va vicinissimo con un’altra esibizione di talento e gamba. Stoppa di tacco un lancio di Barracane “auto lanciandosi” nello spazio e facendo saltare la marcatura, si invola verso la porta e incrocia di destro. La palla finisce a pochi centimetri dal palo.
Ad un certo punto, mentre D’Agostino sta rifiatando, dalla panchina si sente una frase: “D’Ago! Ti sei fatto male? No? E allora gioca, perché non ti tolgo!”. E non la biasimiamo mister Asta, non la biasimiamo.
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