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TMW a Doha verso Qatar 2022 - Desailly: "Stessa energia del ‘98. Un Mondiale è per sempre"TUTTO mercato WEB
sabato 24 settembre 2022, 12:30Serie A
di Giacomo Iacobellis

TMW a Doha verso Qatar 2022 - Desailly: "Stessa energia del ‘98. Un Mondiale è per sempre"

Una stagione all'Al-Gharafa e un'altra al Qatar Sports Club, il campione del mondo Marcel Desailly ha chiuso la sua carriera da calciatore proprio in Qatar fra il 2004 e il 2005. A margine del nostro viaggio a Doha in vista di Qatar 2022 abbiamo avuto il piacere di raccogliere alcune sue dichiarazioni per conoscere meglio il Paese ospitante, ma anche la personale avventura qui dell'ex difensore francese.

Desailly, che ricordo ha di Francia '98?
"Ospitare la Coppa del Mondo è strepitoso, poiché c'è sempre un'energia extra che deriva dall'essere coinvolti personalmente nella competizione. Si tratta del più grande evento sportivo del pianeta, nient'altro è paragonabile a un Mondiale. Quella vittoria ha avuto un impatto significativo sulla Francia nel 1998 e negli anni a venire".

Come ha reagito invece quando ha saputo che il Qatar avrebbe ospitato il Mondiale del 2022?
"Ricordo che ero in Francia. È stato un vero piacere per me sapere che la Coppa del Mondo stava finalmente andando in una regione dove non era mai stata disputata. Il Medio Oriente ha ottenuto un'enorme visibilità attraverso il calcio, sono stato felice".

Quanto è importante che la Coppa del Mondo si svolga per la prima volta in Medio Oriente e nel mondo arabo?
"Molto importante. Si tratta di condividere la Coppa del Mondo con ogni parte del pianeta. L'abbiamo visto bene in Sud Africa nel 2010, ora è il turno del Medio Oriente. Ne beneficiano tutti... Sono state infatti realizzate infrastrutture che hanno rilanciato l'economia di tutto il Paese, che si tratti di stadi, strade o metropolitane. Sono elettrizzato dal fatto che i ragazzini in Medio Oriente stiano per assistere alla loro prima Coppa del Mondo".


Questa Coppa del Mondo sarà il torneo più compatto della storia moderna, con una distanza massima tra gli stadi di appena 75 km. In quale modo pensa che questo possa beneficiare tifosi e giocatori?
"È meraviglioso, visto che si potranno disputare fino a quattro partite nello stesso giorno in un unico posto. Durante i giorni di riposo, i fan potranno visitare le numerose attrazioni turistiche del Qatar o fare un viaggio in altri Paesi dell'area. Le squadre potranno recuperare più rapidamente le energie tra una partita e l'altra, perché ci saranno meno viaggi e non saranno necessari voli. Rimarranno tutti nella stessa sistemazione e utilizzeranno le stesse sedi di allenamento per tutto il torneo".

Che consiglio darebbe ai giocatori del Qatar che disputeranno la loro prima Coppa del Mondo?
"Per il Qatar si tratta di gestire la pressione perché indirettamente saranno al 120% delle loro capacità e un motore che lavora al 120% è un motore che può rompersi. È qui che devi gestirlo al meglio: non hai bisogno del 120%, hai bisogno 'solo' del 100%. Devi essere motivato, ma non al punto da commettere falli che potrebbero metterti fuori gioco".

Quante volte le torna in mente il fatto di essere un campione del mondo?
"Devo ammettere che non me ne rendevo conto quando vinsi la Coppa del Mondo del 1998. È stato nella mia vita post-calcio che ho sentito davvero l'importanza di esserci riuscito. In effetti, ancora oggi la gente mi parla di quella Coppa del Mondo. Non passa giorno senza che qualcuno faccia riferimento ai Mondiali. Il fatto che abbiamo vinto questa competizione mi dà energia ed è magico".