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Uniti sui tagli: la Serie A finalmente compatta. Ma l'ultimo passo non è scontato
Meglio tardi che mai, verrebbe da dire. Meglio però dare un segnale di unità e quel segnale oggi è arrivato. Nel corso dell'Assemblea tenuta in videoconferenza, i club di Serie A hanno trovato l'accordo sul taglio degli stipendi dei calciatori, una delle vicende più chiacchierate e tormentate degli ultimi giorni. In pratica, le altre 19 società di Serie A si sono allineate all'accordo già stipulato dalla Juventus con i suoi calciatori: taglio di 1/3 (ovvero quattro mesi) dello stipendio lordo annuo se non si tornerà a giocare.
Poi all'accordo hanno aggiunto anche la seconda eventualità: taglio di 1/6 (ovvero due mensilità) qualora si tornasse in campo. Il ritorno in campo infatti, nella più fiduciosa delle previsioni, non è previsto prima della seconda metà di maggio e questo vorrebbe dire che per due mesi abbondanti i giocatori non sono scesi in campo.
Poi all'accordo hanno aggiunto anche la seconda eventualità: taglio di 1/6 (ovvero due mensilità) qualora si tornasse in campo. Il ritorno in campo infatti, nella più fiduciosa delle previsioni, non è previsto prima della seconda metà di maggio e questo vorrebbe dire che per due mesi abbondanti i giocatori non sono scesi in campo.
E che, se si riprenderà, quasi certamente dovranno farlo ben oltre il 30 giugno, giorno in cui alcuni contratti scadranno (e, a quel punto, dovranno essere riformulati, con un do ut des a quel punto tutto a chiarire).
L'accordo odierno dà quindi una linea guida. Ma non è l'ultimo passo perché quella votata all'unanimità quest'oggi è "Una comune linea di indirizzo per contenere l'importo rappresentato dagli emolumenti di calciatori, allenatori e tesserati delle prime squadre". Ma, si legge in un altro passaggio: "Resta inteso che i Club definiranno direttamente gli accordi con i propri tesserati". Il tutto, quindi, dovrà passare per accordi individuali tutt'altro che scontati per esito e per tempistica.
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