Vedi Dortmund e poi...perdi: la Lazio non impara dalla lezione di Genova. E le scelte di Inzaghi...
A lui la critica gli contesta alcune scelte di formazione: l'utilizzo sia di Cataldi e Parolo dal 1' (con Leiva, Milinkovic e il fresco Akpa Akpro) in panchina e il ritorno di Strakosha tra i pali (Reina nelle sette partite aveva convinto tutti).
Al di là delle scelte di formazione, che possono sì incidere, la Lazio ha perso per l'atteggiamento con cui ha approcciato la sfida. Pensava fosse una passeggiata di salute, invece si è rivelata una salita quasi impossibile da scalare. Molle, senza voglia e determinazione. Prevedibile e lenta, come se fosse già a Dortmund. Ed è un peccato per i biancocelesti, che, dopo i risultati del sabato (sconfitta dell'Atalanta e pareggio della Juventus), potevano accorciare verso la vetta. Invece al lunch match dell'Olimpico la squadra di Inzaghi si è presentata già con la pancia piena, senza fame e voglia di mangiare i punti. E così spreca una gigante occasione, vanificando leggermente gli sforzi dell'ultimo mese, quando con gli uomini contati (e tra la tempeste delle vicende extracampo) era riuscita a contenere i danni costruendo una striscia d'imbattibilità finita ieri. E ora all'orizzonte più che una salita c'è una montagna, giallonera, da provare a scalare per conquistare il pass per gli ottavi di finale di Champions.