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Udinese, Deulofeu: "Ho sofferto tanto, ora va alla grande. Barcellona? Nessun rimpianto"
"Come va all'Udinese? Benissimo". In una lunga intervista rilasciata al Mundo Deportivo, Gerard Deulofeu torna così sull'avvio di campionato dei friulani: "Sono molto contento, soprattutto per la situazione della squadra: un momento magico, con cinque vittorie consecutive. Abbiamo battuto tre grandi squadre, è molto difficile vincere partite in qualsiasi tipo di campionato in Europa. A livello personale mi sento molto bene, con la mia famiglia in Italia, e anche a livello di squadra sto bene".
Come ti spieghi l'essere riuscito a esplodere in Serie A, un campionato storicamente ostico per gli attaccanti?
"Lo attribuisco a tutto il lavoro che ho dovuto fare dopo i due infortuni al ginocchio, sulla stessa gamba. Ho sofferto molto e ho dovuto lavorare sodo fisicamente e mentalmente. La scorsa stagione ho giocato con una gamba messa male, dovevo applicare del ghiaccio e non riuscivo a muovermi. A poco a poco l'ho superata, con molto lavoro e allineando assolutamente tutto nella mia vita".
C'è qualcosa di cui ti penti?
"Nessun rimpianto, al Barcellona ero molto giovane, c'erano molte aspettative su un ragazzo che veniva dalle giovanili e arrivava nella squadra migliore al mondo. Per poter giocare lì, avrei dovuto avere la mentalità di adesso, sapere cosa vogliono da me i miei compagni di squadra e il mio allenatore. Non ce l'avevo in quel momento".
Come ti spieghi l'essere riuscito a esplodere in Serie A, un campionato storicamente ostico per gli attaccanti?
"Lo attribuisco a tutto il lavoro che ho dovuto fare dopo i due infortuni al ginocchio, sulla stessa gamba. Ho sofferto molto e ho dovuto lavorare sodo fisicamente e mentalmente. La scorsa stagione ho giocato con una gamba messa male, dovevo applicare del ghiaccio e non riuscivo a muovermi. A poco a poco l'ho superata, con molto lavoro e allineando assolutamente tutto nella mia vita".
C'è qualcosa di cui ti penti?
"Nessun rimpianto, al Barcellona ero molto giovane, c'erano molte aspettative su un ragazzo che veniva dalle giovanili e arrivava nella squadra migliore al mondo. Per poter giocare lì, avrei dovuto avere la mentalità di adesso, sapere cosa vogliono da me i miei compagni di squadra e il mio allenatore. Non ce l'avevo in quel momento".
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