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D'Agostino: "Nazionale innovativa. La Roma è troppo umorale"TUTTO mercato WEB
© foto di Fabrizio Pozzi
lunedì 25 marzo 2019, 21:38Serie A
di RMCSport Redazione

D'Agostino: "Nazionale innovativa. La Roma è troppo umorale"

Gaetano D'Agostino, ex centrocampista tra le altre di Fiorentina, Roma e Udinese, è intervenuto nel corso del Live Show di MC Sport: "La Nazionale la definirei innovativa. Ci voleva il giusto tempo per amalgamare i giovani talenti che ci sono in questo momento e ora stanno raccogliendo. Mancini ha portato una mentalità diversa al gioco dell'Italia. Non si era mai visto un gioco così bello ed europeo. Ora si sta cercando di concretizzare quanto creato in precedenza ed è arrivata la vittoria alla Finlandia. Vediamo tanti giovani davvero forti".

Centrocampo, che pensi delle scelte di Mancini?
"Quando si trovano delle squadre che lasciano giocare allora Verratti e Jorginho con il supplemento di Barella, che è un Allan italiano, allora ci può stare. Il problema può sorgere quando si incontrano delle squadre che giocano a viso aperto e magari hanno anche strapotere fisico come Francia o Croazia. Bisogna capire contro queste squadre se il centrocampo può reggere l'urto fisico. In questi casi potrebbero far comodo giocatori come Zaniolo, Pellegrini o Cristante".


Serie A, che pensi del momento della Roma?
"La Roma per poter essere forte a livello europeo ha bisogno di uno stadio di proprietà. Mi pare sia questo l'obiettivo di Pallotta. Il problema della squadra è l'aspetto umorale. E' stato preso Monchi per fare plusvalenze e sistemare delle cose e Di Francesco in panchina. Finisce un'annata in cui si è raggiunta una semifinale di Champions League e si riparte senza i leader carismatici come Alisson o Nainggolan. Al loro posto sono arrivati giovani bravi ma serve ricostruire con pazienza. Forse la semifinale di Champions ha illuso i tifosi. Secondo me la Roma deve fare chiarezza nei piani alti e seguire una linea. Se si crede in un progetto bisogna difenderlo specie nei momenti difficili".

Che pensi della situazione dell'Udinese con il ritorno di Tudor?
"Non credo ci sia confusione. Conosco bene l'Udinese e il presidente Pozzo che vuole far bene. A Udine si può lavorare e programmare bene perché non ci sono grandi pressioni mediatiche. Ma a questa squadra manca una base italiana. Mancano i giocatori italiani capaci anche di aiutare gli stranieri ad ambientarsi. Per un allenatore non è facile comunicare con questo spogliatoio. Mancano più giocatori che abbiano senso di appartenenza e nei momenti di difficoltà manca un leader".