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Serie A, Casini: "Gli stadi e le infrastrutture sono la priorità più urgente per il calcio italiano"TUTTO mercato WEB
© foto di www.imagephotoagency.it
venerdì 11 novembre 2022, 13:08Serie A
di Alessio Del Lungo

Serie A, Casini: "Gli stadi e le infrastrutture sono la priorità più urgente per il calcio italiano"

Lorenzo Casini, presidente della Lega Serie A, ha rilasciato una lunga intervista a DAZN: "Se mi sono ambientato? Sì, ci sono riuscito. Qui in Lega si sta bene".

Che cosa è successo alla Serie A dagli anni '90 a oggi?
"Tutti gli studi mostrano che sono successe due cose: la prima è che nell'epoca d'oro tutte quelle risorse non sono state investite per garantire una continuità di successo della Serie A, ma per garantire stipendi alti ai giocatori migliori, il che andava sicuramente bene, ma senza investimenti, mano a mano, non è stato possibile mantenere quel livello. La seconda invece riguarda le altre leghe, che nel frattempo si sono mosse ed hanno investito sugli stadi, sulle infrastrutture, sui vivai... Pensiamo alla Germania, alla Premier League".

Preservare le società in questo momento è prioritario.
"Sì. Purtroppo la pandemia è arrivata in un momento dove il calcio italiano era in condizioni di difficoltà. Gli indicatori e i dati che avevamo mostravano un forte indebitamento, una spesa concentrata principalmente sui salari, addirittura l'80 o il 90% del bilancio. Questo significa che non ci sono abbastanza investimenti in un verso e che ci sono di contro delle spese obbligatorie che devono essere assicurate. La pandemia ha indubbiamente accentuato questa condizione".

Com'è mediare tra le vecchie proprietà italiane che continuano ad esserci nel nostro calcio e le nuove straniere?
"È uno degli aspetti più interessanti, che ha portato ricchezza e varietà al nostro campionato, il che rende la Lega più forte e interessante con le relazioni all'esterno. Anche qui è importante che si collabori".

Quanto siete favorevoli all'ingresso delle proprietà straniere nel nostro calcio?
"Noi come Lega non è che esprimiamo un favore o un disfavore sul regime proprietario. Quello che io spero sempre è che, chiunque decida di investire o acquistare una società di Serie A, lo faccia con una logica di miglioramento dell'intero sistema e non con una semplice attività speculativa".

La rinascita del calcio italiano passa dagli stadi?
"Sì, gli stadi e le infrastrutture sono la priorità più urgente per il calcio italiano. C'è un ritardo nei confronti degli altri paesi ed è quindi il team su cui dovremo tutti concentrarci nei prossimi anni".


Gli stadi non sono solo teatri di eventi sportivi.
"Lo stadio con il tempo dovrebbe diventare qualcosa di non diverso dai musei moderni, che sono luoghi che rafforzano lo spirito e ci si torna, ci si va, si vive, si va addirittura a mangiarci, ci sono i ristoranti. Gli stadi possono e devono diventare luoghi vivi tutta la settimana, non solo il giorno della partita".

Quanto sarà importante Abodi, nuovo Ministro dello Sport, per la collaborazione con il Governo?
"Noi immaginiamo molto perché è un uomo di sport, l'uomo giusto al posto giusto nel momento in cui bisogna investire sugli stadi. La sua esperienza al credito sportivo è direi risolutiva proprio per comprendere subito quali sono le problematiche per realizzare infrastrutture come queste".

Qual è, se c'è, un piano di proposte da presentare al Governo?
"Un piano è quello su cui la Serie A ha già lavorato, ovvero chiedere l'attivazione di una cabina di regia presso Palazzo Chigi e in particolare il Ministro dello Sport, dove possono partecipare tutti i soggetti coinvolti, che poi sono tantissime le amministrazioni. Per costruire gli stadi serve l'autorizzazione paesaggistica con impatto sul paesaggio e quindi il Ministero della Cultura, c'è la sicurezza, il Ministero dell'Interno, c'è la questione energetica, con il Ministero dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica. Sono tanti i soggetti coinvolti: se non ci si parla prima e non si coinvolge, nel corso del progetto, il rischio è poi di rimanere impantanati".

Entro quanti anni riusciremo ad avere tutti o quasi stadi di proprietà?
"La proprietà dello stadio aiuta, ma non è poi determinante. In Europa, a parte il Regno Unito, non è la proprietà l'elemento che davvero cambia poi rispetto agli interventi. In generale, quel tipo di stadi spero che ci siano prima del 2032, che è questa grande opportunità degli Europei che, vedremo se ci sarà per l'Italia. Nell'arco di 5 anni sarebbe auspicabile".

Avrete una nuova sede a Roma come Lega?
"La casa della Lega è Milano e resterà Milano, ma non c'erano uffici a Roma e quindi a Villetta Ruggeri sarà una sede di rappresentanza a disposizione sia dei presidenti che degli uffici della Lega per tutte le questioni romane, che sono numerose visto che qua ci sono tante istituzioni".

La Lega ha sempre detto che il calcio è importante farlo diventare una risorsa pubblica.
"Il calcio è la risorsa pubblica per eccellenza, dal punto di vista sociale, culturale, perché è in grado di muovere masse, e chiaramente anche da un punto economico-finanziario, perché non è solo la questione degli introiti o dei diritti audiovisivi, delle infrastrutture e degli sponsor, ma è tutto l'indotto che c'è. Pensiamo solo ai contributi che sono pagati dalle squadre di Serie A allo Stato italiano, nonché a tutto il lavoro che c'è intorno a un campionato di calcio e alle squadre di calcio".