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Quinta sconfitta di fila in trasferta per l'Udinese, i gol di Zeegelaar e Nestorovski non bastano
Quinta sconfitta consecutiva per l’Udinese, che esce senza punti anche dall’Arechi di Salerno. Eppure la giornata sembrava essere cominciata bene, con un 2-0 che faceva ben sperare. Poi però è cominciata la rimonta avversaria e la compagine di Sottil non è riuscita a porvi rimedio. Alla fine i ballottaggi in attacco sono stati vinti da Nestorovski e Thauvin, che rappresentano la vera novità rispetto all’inciampo contro la Lazio. Scelte per il resto dettate dai tanti infortuni che hanno privato i friulani di veramente tanti pezzi in corso d’opera.
L’avvio è molto promettente, con l’Udinese che riesce a prendere le misure alla Salernitana e un po’ alla volta aumenta anche i giri del motore. Con l’accensione dei giocatori qualità, arrivano due reti. Ci pensano Zeegelaar, su assist di Lovric, e Nestorovski, con azione orchestrata da Thauvin e Pereyra, a portare sullo 0-2 le zebrette. La tavola sembra apparecchiata per poter portare a casa un risultato positivo a più di due mesi di stanza dal successo contro l’Empoli.
Poi però le cose iniziano a guastarsi. Il gol di Kastanos è frutto di un eccesso di leggerezza e la cosa permette alla Salernitana di tornare in una partita che sembrava chiusa. Nella ripresa poi Beto e Arslan falliscono, mentre gli ex di turno Candreva e Troost-Ekong no. Finisce così 3-2 una partita che sembra essere l’esatto specchio della stagione dell’Udinese. I concetti ci sono, vengono anche applicati, ma poi mancanza di cattiveria e superficialità portano a danni difficilmente riparabili.
Per quanto riguarda la prestazione di chi ha giocato meno il bilancio è mezzo e mezzo. Zeegelaar trova il gol, ma poi fa fatica e si fa anche espellere accorciando ulteriormente la coperta, Nestorovski segna, ma non riesce a restare nel gioco come Beto, e infine Thauvin si accende ancora troppo a fiammate. È mancata poi anche in questa gara l’incisività di Samardzic. Rimesso nel suo ruolo consueto, è stato più ordinato rispetto a Fiorentina e Lazio, ma non ha portato quelle giocate che dovrebbero farne il leader tecnico della squadra. Da strada quindi, per tutti, ce n’è ancora da fare.
L’avvio è molto promettente, con l’Udinese che riesce a prendere le misure alla Salernitana e un po’ alla volta aumenta anche i giri del motore. Con l’accensione dei giocatori qualità, arrivano due reti. Ci pensano Zeegelaar, su assist di Lovric, e Nestorovski, con azione orchestrata da Thauvin e Pereyra, a portare sullo 0-2 le zebrette. La tavola sembra apparecchiata per poter portare a casa un risultato positivo a più di due mesi di stanza dal successo contro l’Empoli.
Poi però le cose iniziano a guastarsi. Il gol di Kastanos è frutto di un eccesso di leggerezza e la cosa permette alla Salernitana di tornare in una partita che sembrava chiusa. Nella ripresa poi Beto e Arslan falliscono, mentre gli ex di turno Candreva e Troost-Ekong no. Finisce così 3-2 una partita che sembra essere l’esatto specchio della stagione dell’Udinese. I concetti ci sono, vengono anche applicati, ma poi mancanza di cattiveria e superficialità portano a danni difficilmente riparabili.
Per quanto riguarda la prestazione di chi ha giocato meno il bilancio è mezzo e mezzo. Zeegelaar trova il gol, ma poi fa fatica e si fa anche espellere accorciando ulteriormente la coperta, Nestorovski segna, ma non riesce a restare nel gioco come Beto, e infine Thauvin si accende ancora troppo a fiammate. È mancata poi anche in questa gara l’incisività di Samardzic. Rimesso nel suo ruolo consueto, è stato più ordinato rispetto a Fiorentina e Lazio, ma non ha portato quelle giocate che dovrebbero farne il leader tecnico della squadra. Da strada quindi, per tutti, ce n’è ancora da fare.
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