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Tanta rabbia, ma è un grande VeneziaMestre!
sabato 22 gennaio 2022, 20:43Editoriale
di Manuel Listuzzi
per Tuttoveneziasport.it

Tanta rabbia, ma è un grande VeneziaMestre!

Questa è l’Unione che volevamo. Questa la voglia che pretendevamo. Questa la grinta che può renderci unici. Questa la mentalità giusta per rimanere in serie a. Grazie ragazzi per questo pomeriggio, grazie per l’orgoglio che ci fate provare dopo questo match. Siamo una squadra che merita questi palcoscenici, un gruppo che può trovare la sua strada attraverso prestazioni del genere, che fanno un male terribile per come sono finite, ma che regalano iniezioni di consapevolezza inestimabili. Abbiamo costretto l’Inter all’impresa, al colpo del fuoriclasse. Ed è futile ignorare la sensazione di fondo, quella che ti fa chiedere come sarebbe finita se solo non ci chiamassimo VeneziaMestre e l’arbitro avesse fatto il suo mestiere. Ma tant’è, ci portiamo a casa zero punti, tanto rammarico, una discreta rabbia e molta, molta autostima.

Gli arancioneroverdi si presentano decimati a San Siro e soprattutto senza la guida di San Paolo da Valdagno. Esordisce dal primo minuto la difesa a tre già progettata dallo staff fin dall’autunno. La strategia funziona perché ai nerazzurri son concesse le fasce ma il centro del campo appare ben protetto. L’Unione fin dall’avvio non si accontenta delle barricate, prova a ripartire con qualità ed alla seconda folata offensiva trova un vantaggio non così improvviso. La difesa guidata da capitan Modolo sembra inscalfibile, mentre sulle fasce Ampadu regala forse la  sua miglior partita stagionale per pulizia e caparbietà, mentre l’esordio dell’austriaco Ullman lascia sensazioni più che positive, in particolare per la sua propensione alla fase offensiva e per la sua gamba. Vacca è il metronomo ufficiale di una squadra che con il pallone tra i piedi sa quello che deve fare, ma il suo ennesimo forfait fa ripiombare il popolo unionista in un mare di imprecazioni. Ed invece l’ingresso di un Fiordilino elegante e presente non costa il contraccolpo ai ragazzi di Zanetti che concedono pochissimo allo squadrone nerazzurro. E mentre il primo tempo sembra scorrere inesorabile al VeneziaMestre tocca pagare la tassa della serie a, del Meazza e dei campioni d’Italia, mentre a Modolo costa uno zigomo ed un carico extra di frustrazione. Ma quando ci si aspetta un Inter in versione rullo compressore, i lagunari mantengono la barra dritta, faticano con i minuti a mantenere il possesso, ma raramente palesano affanno difensivo. Il giro dei cambi vede l’ingresso di Kiyine e Peretz che purtroppo non mantengono il livello dei predecessori, entrando ancora una volta con un pizzico di superficialità di troppo. E sarà il destino, sarà la sfiga o sarà il talento di Dzeko che la sua zuccata porta la vittoria a Milano, lasciando i nostri in un cerchio magico ma piuttosto triste.

Ma io questa tristezza, questa rabbia la voglio buttare giù insieme all’ultimo sorso di birra di un pomeriggio che mi ha fatto sognare, dove ho rivisto una squadra, la mia squadra. Abbiamo sfiorato il risultato a San Siro e lo abbiamo fatto con una prestazione straordinaria in cui abbiamo dimostrato a chiunque avesse dubbi che razza di giocatore è Henry, e del perché fosse lui il titolare. Abbiamo mostrato quanto la difesa a tre potrebbe diventare un’arma fondamentale nel girone di ritorno. E soprattutto abbiamo dimostrato di avere una società di signori, di gente che non si nasconde dietro alla pandemia per coprire i propri disastri, di uomini che lavorano uniti, con dignità per andare ad insegnare al paese cosa significhi giocare a testa alta. Un unico, piccolo appunto. Basta con i complimenti agli avversari quando la carenza di rispetto di questa lega è palese. In questa annata, sfortunatamente, non abbiamo da lottare solo con le avversarie, ma contro un sistema che questo tipo di partite non può permettersi di fartele vincere. Quindi testa alta, ma occhi aperti. Perché ora ci giochiamo un altro anno di paradiso, e con espressioni di calcio di questo livello, credo che dovremmo avere un briciolo di fiducia in più. Tutti.

Avanti Unione!