Cagliari, a Venezia l'epilogo di una stagione da dimenticare in fretta (anche in caso di salvezza)
E la colpa di tutto questo non è certamente ascrivibile al povero Agostini, arrivato a tre giornate dalla fine per cercare il miracolo con il cuore di chi i colori rossoblù li ha vissuti e continua a difenderli, per quanto non all'interno del terreno di gioco.
Cercasi miracolo
Ora in casa Cagliari resiste soltanto l'ultima speranza: vittoria al Penzo contro il Venezia e il mancato successo della Salernitana in casa contro l'Udinese, la stessa squadra che ai rossoblù ha fatto vedere i sorci verdi nelle due sfide tra andata e ritorno. Affidarsi ai bianconeri è doveroso, ma a prescindere dal risultato dell'Arechi, al triplice fischio ci sarà poco da festeggiare. Anche in caso di preziosissima salvezza, il dato finale di punti tra 29 e 32 punti (potenziali, s'intende) sarebbe il peggiore per la società rossoblù nella Serie A a venti squadre, più basso anche dell'anno della retrocessione con Zeman, Zola e Festa in panchina. A Joao Pedro e soci il compito di provarle tutte per centrare il miracolo: troppo importante la massima serie per lo sport di un'intera isola, troppo importante anche in chiave societaria con tutti i vari discorsi aperti (a cominciare dal nuovo stadio). Poi, però, sarà il tempo dei bilanci. E, a prescindere dalla categoria, la stagione 2021-22 non sarà certamente ricordata come una di quelle da cui prendere esempio per il futuro.