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Andrea Bertolacci, il figlio di Roma che torna a casa. O forse no

Andrea Bertolacci, il figlio di Roma che torna a casa. O forse noTUTTO mercato WEB
© foto di Federico Gaetano
lunedì 22 giugno 2015, 07:302015
di Ivan Cardia

Andrea Bertolacci torna a casa: il centrocampista del Genoa, cresciuto nelle giovanili della Roma e poi transitato da Lecce prima di approdare in rossoblu, dovrebbe firmare oggi il contratto che lo legherà di nuovo, stavolta fino al 2020, alla società capitolina. Con la quale il cordone ombelicale, a dire la verità, non era mai stato tagliato del tutto, perché anche nel suo girovagare per lo Stivale era rimasto sempre giallorosso: in Salento era andato in prestito, a Genova in compartecipazione. La Roma pagherà una cifra attorno ai 6 milioni di euro (16,5 quella sborsata in totale fra lui e Iago Falqué), per riscattare la metà del cartellino in mano a Preziosi, che adesso guadagna dal punto di vista economico, ma per tre anni ha avuto a disposizione uno dei migliori centrocampisti del panorama nazionale. Soprattutto nell'ultimo campionato, quando sotto le indicazioni del figliol prodigo Gian Piero Gasperini ha disputato 34 partite e messo a segno 6 gol, la sua miglior stagione, coronata dall'esordio in Nazionale maggiore il 18 novembre 2014, proprio a Genova, nell'amichevole contro l'Albania.

Un talento, quello di Bertolacci, che era apparso cristallino fin dalle giovanili: un sinistro morbido combinato ad un fisico non statuario ma neanche brevilineo (179 cm per 75 kg). Non sempre facile da collocare dal punto di vista tattico, perché agli albori sembrava difficile immaginare una sua qualche attitudine difensiva; qualità che comunque ha saputo migliorare nel calcio liquido di Gasperson, diventando elemento fondamentale in entrambe le fasi di gioco, ma decisivo soprattutto in manovra, negli inserimenti e anche sulle palle inattive. Un talento che adesso torna a casa, o forse no. Bertolacci potrebbe essere un adeguato sostituto per Radja Nainggolan, che la Roma fatica a riscattare dal Cagliari, ma è uno scenario alquanto improbabile: anzitutto, per le diversità fra i due giocatori, con il belga più agonista e più fisico, l'ex genoano forse più tecnico ma comunque meno irresistibile in fase di recupero del pallone. E poi sembra davvero improbabile che Sabatini e Baldissoni vogliano privare il popolo dell'Olimpico del suo ninja preferito, che ha saputo conquistarsi l'affetto dei tifosi a suon di recuperi e ripartenze, con una classe che non t'aspetti da uno che corre così. Di qui, la prima strada, per quanto riguarda Bertolacci: rimanere a Roma per cercare di trovare spazio, in una stagione che prevede tre competizioni da disputare e quindi ne offrirà ai pur numerosi centrocampisti a disposizione. Oppure, lasciare di nuovo la propria casa, ché tanto nemo propheta in patria, andare al nord, più precisamente a Milano. Già, Milano, più precisamente il Milan: la società rossonera è rimasta al palo dopo lo scippo di Geoffrey Kondogbia da parte dell'Inter, non sembra particolarmente interessata a Giannelli Imbula e tiene sotto osservazione Blaise Matuidi, ma da qualche tempo ha messo Bertolacci nel proprio mirino. Per il progetto di un Milan italiano, che ogni tanto si rispolvera, ma anche perché un centrocampista serve come il pane e l'idea è che Bertolacci possa offrire un ottimo rapporto qualità/prezzo: 15 milioni più bonus l'offerta che Adriano Galliani dovrebbe mettere sul piatto nei confronti della società giallorossa, con il giocatore che ovviamente vorrebbe tentare l'esperienza nella città in cui è nato e cresciuto, ma sa già che altri lidi possono dargli grandi soddisfazioni e quindi potrebbe convincersi. La Roma, a quel punto, potrebbe comunque aspettare l'epilogo della vicenda Nainggolan, per tutelarsi quantomeno dal punto di vista numerico; riscattato il belga, anche per ragioni economiche, valuterebbe con grande attenzione la cessione del centrocampista ex Genoa che, specie in tempi di fair play finanziario, garantirebbe comunque una plusvalenza da non sottovalutare. Andrea Bertolacci torna a casa, o forse no.