FOCUS - Un Soddimo tra alti e bassi contro il Verona

A causa dei numerosi impegni ravvicinati nella partita di Domenica contro l’Hellas Verona, Pasquale Marino ha nuovamente modificato l’attacco. Dopo la sostituzione Ciofani-Cocco nella sfida contro il Pisa, al Bentegodi è stato il turno di Soddimo che impiegato, almeno in alcuni istanti di gioco, in posizione più offensiva ha fatto rifiatare Paganini. La gara del numero 10 giallazzurro è di difficile interpretazione…

Nonostante abbia lavorato a buon ritmo per tutti il tempo passato in campo, Soddimo è stato un muto interprete nell’attacco canarino che anche a Verona - in aggiunta alle precedenti tre 3 partite- non solo è riuscito raramente a tartassare la porta avversaria, ma ha chiuso senza gol. Per un istante è sembrato che al centrocampista fosse stato chiesto di ricoprire il ruolo precedentemente occupato da Dionisi, ovvero quello dell’esterno d’attacco capace di abbassarsi per conquistare il pallone e cercare soluzioni alternative a quella personale, in realtà però sono state ben poche le azioni offensive che lo hanno visto protagonista e certamente da parte sua, ma anche dal lato dei centrocampisti, non si sono viste palle giocabili per Ciofani, fatta eccezione per i primissimi minuti di gioco, quando un passaggio filtrante leggermente lungo proprio per il numero 9 ha impensierito Nicolas.

Soddimo ha però dispensato anche altre giocate nel corso del match: dal colpo di tacco (classico del suo repertorio) a una buona punizione, tutte non in grado però di riaprire la partita. L’uscita di scena, proprio per far posto a Paganini è stata rovinata da un cartellino giallo, non c’è da sorprendersi però se è stato uno degli ammoniti in un pomeriggio dove il cartellino giallo è stato più che ricorrente: estratto ben 10 volte. In posizione offensiva il ragazzo di San Basilio sembra però ispirare più fiducia di quanto avesse fatto nelle precedenti partite, senza dimenticare poi, che qualche infortunio di troppo l’ha costretto ad iniziare a lavorare più tardi degli altri; sarà certamente questa l’unica motivazione per cui è spesso il sacrificato per un cambio nel secondo tempo.