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Simoni: "Mazzarri? Non avrei cambiato prima del derby. Moratti, addio che mi ha evocato tristezza"
venerdì 21 novembre 2014, 19:34Ex nerazzurri
di Mattia Zangari
per Fcinternews.it
fonte Raisport

Simoni: "Mazzarri? Non avrei cambiato prima del derby. Moratti, addio che mi ha evocato tristezza"

Il momento dell'Inter attraverso gli occhi di Gigi Simoni. Ecco le considerazioni dell'ex allenatore dell'Inter ai microfoni di Rai Sport, come riportate dal calciomercato.com: 

Sul cambio Mazzarri-Mancini -  "Non avrei cambiato prima del derby, ma dopo, anche se avesse vinto l'Inter. Cambiare prima perchè? Perchè con un tecnico nuovo sei al riparo da critiche? Si sa che il nuovo ha sempre qualche difficoltà in più. Mazzarri? L'allenatore vive di risultati e di simpatia. Mazzarri, parlando di arbitri, fortuna e scuse non ha attirato la simpatia dei tifosi".

Sull'addio di Moratti - "Moratti era una figura molto importante per l'Inter, il suo addio mi ha evocato tristezza. Io avevo già detto che serviva più tempo per trovare un sostituto di Moratti".

Sul mercato - "L'Inter ha buoni campioni, ma non può competere con Roma e Juventus. L'Inter ha bisogno di un attaccante. Palacio prima era un killer, ora non sembra più lui con tutti quei gol sbagliati".

Presente e futuro della panchina dell'Inter - "Era meglio Mihajlovic di Mancini. Mihajlovic mi piace come uomo. E' l'allenatore giusto per motivare l'ambiente e può dare fiducia ai giocatori. E' un finto duro. Ha tutte le carte in regola per fare una grande carriera". E alla domanda su chi vedrebbe bene sulla panchina dell'Inter in futuro: "Se dovessi consigliare un allenatore all'Inter per il futuro, direi Simeone. Come giocatore era fondamentale dentro e fuori dal campo. Anche quando giocava, parlava sempre e sapeva cosa diceva. E' il meglio che c'è oggi. Lo consiglierei dopo Mancini".

Sul famoso rigore non dato a Ronaldo in Juventus-Inter della stagione 1997/98: "Quell'episodio fu solo l'ultimo di una lunga serie. Sapevamo già come sarebbe stato l'arbitraggio di Ceccarini." 

Sull'addio all'Inter - "Non sono andato via da perdente. L'anno dopo sono tornato a San Siro alla guida del Piacenza: c'erano 60 000 persone in piedi a gridare il mio nome. E' stata una grande soddisfazione".