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Kovacic, Fifa e fax senza valore. Il nome segreto di Ausilio e forza Black Cats
venerdì 29 agosto 2014, 00:00Editoriale
di Fabio Costantino
per Fcinternews.it

Kovacic, Fifa e fax senza valore. Il nome segreto di Ausilio e forza Black Cats

Se l'obiettivo era presentarsi in abito da sera al pubblico di casa, dopo gli stravolgimenti degli ultimi mesi, l'Inter lo ha raggiunto. Il confronto con i simpatici islandesi è stato clamorosamente impari, del resto il match d'andata aveva lasciato poco spazio all'immaginazione. Eppure i nerazzurri si sono concessi una serata di divertimento, trasmettendolo anche ai 45 mila del Meazza. Poco più di un allenamento, chiaramente, la qualificazione nonostante l'invito alla calma di Mazzarri era già in tasca, ma l'input dell'allenatore è stato recepito alla lettera: prendere seriamente l'impegno, regalando soddisfazioni ai tifosi. Che è anche lo stesso obiettivo di tutta la stagione, senza proclami, perché oggi sarebbero inutili e fuori luogo. Chi è sceso in campo contro lo Stjarnan ha dato il proprio contributo, qualcuno ha voluto persino strafare onorando il clima della serata. Ma in un contesto di questo tipo non posso ignorare la prestazione di quel ragazzino croato che ha messo in mostra tutto il proprio talento come solo in parte finora era riuscito. Giocate d'alta scuola, costante ricerca dell'assist e tre gol. Tre, ripeto, in 52 minuti complessivi. Non male per chi ancora non aveva mai timbrato il cartellino. La seconda marcatura, poi, ce lo ricorderemo a lungo perché, senza scomodare paragoni illustri, è uno di quei filmati che la Fifa utilizza nei suoi spot per promuovere la bellezza di questo gioco, che va al di là del business. Thohir prenda nota, i fax che arrivano in sede per Kovacic (e per Icardi, visto che siamo in tema) valgano come carta straccia.

Giusto che tutte le attenzioni fossero focalizzate sulla partita, anche perché la gente si è presentata al Meazza in buon numero, a conferma della fiducia, mista a curiosità, che suscita la prima creatura di Thohir. Ma è inevitabile che la presenza a Milano del presidente induca a pensare che qualcosa, prima del gong del mercato, vada fatta ancora. E non mi riferisco solo alla ormai leggendaria cessione di Guarin, che al freddo (e alla Champions, mica il torneo di briscola) di San Pietroburgo preferisce lidi più blasonati, Torino e Manchester (quella rossa) in primis. Peccato che da lì non sembrano così attratti dal calcio potente e dall'anarchia tattica del colombiano, il che rappresenta un freno a mano tirato al massimo per gli ultimi ritocchi che ha in lista Ausilio. Tra questi, l'attaccante che prima avrebbe dovuto sostituire Botta, e oggi deve rimpiazzare Botta e Alvarez. A conferma che la coperta è piuttosto corta davanti, (troppo) abbondante in mezzo. Ovviamente non ho resistito alla tentazione di parlare con qualcuno che mi potesse suggerire un nome e cognome, ma altrettanto ovviamente, in perfetta sintonia con tutta la campagna acquisti nerazzurra, le bocche sono cucite. E al massimo sono riuscito a strappare il concetto secondo cui il diesse un nome caldo lo ha già tra le mani, ma per ora attende che i tempi siano maturi. Tempi che stringono, val la pena sottolinearlo, ma non bisogna perdere le speranze.

Fino a due giorni fa pensavo che, pur senza l'ultimo innesto, la rosa potesse essere sufficientemente completa. Chiaro, quattro attaccanti appena (di cui un 32enne e una seconda punta adattata) non sembrano numerosi a fronte di tre competizioni, ma con un po' di ottimismo e con l'assistenza della salute il risultato poteva essere portato a casa. Ma lo 'sconvolgente' (per le tempistiche, non per l'evento in sé) addio direzione Sunderland di Ricky Alvarez ha aperto una crepa evidente nel roster di Mazzarri. Il quale, solo poche ore prima, lo aveva elencato tra gli attaccanti a sua disposizione che lo lasciavano moderatamente tranquillo. Mi chiedo se sapesse del discorso così avanzato tra Ausilio e il mediatore che ha portato l'argentino in Premier League (poco fa ho provato a chiederglielo in conferenza, ma mi ha dribblato secco). E mi domando anche cosa il diesse gli abbia detto per tranquillizzarlo. Sulla formula della cessione, in tanti hanno storto il naso (1 milione subito, 11 tra un anno in caso di salvezza dei Black Cats), ma la ritengo opportuna: molti dei giocatori arrivati quest'estate si sono mossi così, e tra un anno avere denaro liquido farà molto comodo per il riscatto di chi se lo sarà meritato. A noi interisti, comunque, non resta che tifare Sunderland, per mero denaro.