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Bonolis: "Sappiamo tutti come vinceva la Juventus. Madrid? Guardai la finale dagli USA. Ronie un mito"
martedì 23 dicembre 2014, 01:25News
di Redazione FcInterNews.it
per Fcinternews.it

Bonolis: "Sappiamo tutti come vinceva la Juventus. Madrid? Guardai la finale dagli USA. Ronie un mito"

Ai microfoni di Tiki Taka parla il noto conduttore televisivo Paolo Bonolis che parla dell'Inter, di cui lui è grande tifoso: "Sono interista perché mio padre lo era. La mia prima allo stadio fu un 3-3 fra Roma e Inter e da lì mi innamorai di quella squadra. Io mi ricordo che l'Inter prima di Moratti andava a decenni. Poi con il suo arrivo si scoprì anche perché non vinceva mai l'Inter. Tutti ci domandavamo perché accadevano certe cose e Calciopoli spiegò tutto questo. Scudetto di cartone? Si parla di una roba di poco conto, è un problema secondario rispetto a quello da cui derivava. 5 maggio? E' stato un momento doloroso, non me lo aspettavo, ma si poteva pensare avendo Gresko in campo. L'importante è non dare troppa importanza a livello psicologico al calcio perché altrimenti gli si toglie tutto quello che di bello ha questo magnifico sport". 

Nella seconda parte dell'intervista il conduttore romano si sofferma sugli amarcord, partendo dalla finale di Madrid: "Stavo registrando Ciao Darwin durante la semifinale quando arivò la telefonata del presidente che mi invitava a Madrid con la mia famiglia. Contemporaneamente arrivò la telefonata di mia figlia che si laureava il 22 maggio 2010 e io ero in Vermont (Stati Uniti, ndr) per lei. Vidi la finale in un bar di tedeschi che tifavano Bayern ed ero l'unico italiano. Al primo gol di Milito esultai e in quel momento capii cosa volesse dire la paura, ma sono stati gentili loro con me, per fortuna. Mourinho? E' un maschio alfa. Ha sempre e solo detto cose oggettive. Io ho avuto il piacere di incontrarlo e posso dire che quello che è stato lui lo raccontano gli atteggiamenti dei suoi giocatori in campo, disposti a fare di tutto per lui. Il mio mito? Ronaldo, Matthaus, Samuel e Facchetti, per quello che riguarda la difesa. Ronaldo aveva le capacità di Maradona e Pelé ma viaggiava su ritmi fuori dal normale, che gli sono costati la carriera