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Dacourt a FcIN: "I clan? Affinità spontanee. Anni splendidi all'Inter"
mercoledì 14 marzo 2012, 17:45Esclusive
di Giuseppe Granieri
per Fcinternews.it

Dacourt a FcIN: "I clan? Affinità spontanee. Anni splendidi all'Inter"

Il francese: "Ibrahimovic dimostra di avere un carattere difficile, ma ha un gran cuore. Ringrazio Mancini per l'opportunità che mi ha dato"

Forse oggi uno come Olivier Dacourt servirebbe come il pane a Claudio Ranieri. Guarin si sta riprendendo solo ora, i giovani Obi e Poli alternano buone prestazioni ad altre meno convincenti, mentre i senatori – Cambiasso, J. Zanetti e Stankovic – cominciano a sentire sulle spalle e sulle gambe il peso di una carriera lunga e costellata di successi.

Dacourt, centrocampista di quantità e qualità, tre anni nella Roma e altrettanti nell’Inter, è stato un giocatore molto apprezzato in Italia: oltre che per il suo modo di stare in campo, da incorniciare anche il suo stile di vita fuori dal rettangolo di gioco: mai una polemica, mai atteggiamenti sopra le righe.

Dal suo buen retiro di Parigi, Olivier – in esclusiva per FcInterNews.it – ci parla del momento nerazzurro e, con l’occasione, riavvolge il nastro dei ricordi di quella che è stata la sua carriera italiana e ci introduce a quello che è oggi il suo presente.    

Hai appeso le scarpe al chiodo esattamente due anni fa: di cosa ti occupi oggi?

“Ora vivo e lavoro a Parigi: collaboro con Tf1 (il primo canale francese, oggi tv privata, ndr) e realizzo interviste ai grandi personaggi dello sport e del calcio, per il programma “Telefoot””.

Qual è il tuo giudizio – da osservatore privilegiato quale sei – sul nuovo progetto che è partito al Paris Saint Germain?

“Si vede e si sente che a Parigi c’è aria nuova, nuovi investimenti e tanta gente che si sta riscoprendo innamorata del calcio. In più, un grande manager come Leonardo, un grande allenatore come Ancelotti e grandi campioni come Pastore, Menez, Thiago Motta e Alex: speriamo che questo progetto, con il tempo, possa centrare gli obiettivi che si è prefissato”.

Facciamo un salto nel passato: partiamo dalla Roma. 

“Nella Capitale ho passato anni bellissimi: clima unico e ambiente affascinante. Ho contatti con Daniele De Rossi e l’ultima volta che sono stato a Roma sono andato a salutarlo”.

Hai amici anche a Milano?

“In Italia ho lasciato tanti amici: una delle ultime volte che sono stato a Milano e stato per andare a trovare Walter Samuel che, prima di essere un grande giocatore, è un uomo dalla qualità umane eccezionali. In generale, con tutti gli altri capita ogni tanto di sentirsi al telefono o di vedersi in giro per le capitali d’Europa. Ultimamente, mi sono visto con il direttore Marco Branca: è stato qui a Parigi e non è mancata l’occasione di vedersi”.

Parlaci del periodo nerazzurro.

“Non potrò mai dimenticare gli anni nerazzurri: abbiamo vinto lo scudetto dopo 17 anni di digiuno e la voglia che c’era di vincere era incommensurabile, così come grande è stato l’entusiasmo di quei giorni: porterò per sempre con me quei ricordi”.

Zlatan Ibrahimovic – in una recente intervista – ha affermato che lo spogliatoio dell’Inter era diviso in clan. 

“No, non c’erano clan: eravamo in tanti e tutti di nazionalità differente. Credo che sia stato normale che ognuno di noi si avvicinasse al compagno con il quale poteva avere più affinità, ma era una cosa spontanea, non meditata”.

Che ricordi hai dello svedese?

“A volte Zlatan dimostra di avere un carattere difficile, ma io posso testimoniare che lui ha un grande cuore. Se lo conosci, e capisci la sua prospettiva, non fatichi a capire che è una delle persone più disponibili. Ricordo ancora quando, all’indomani della vittoria dello scudetto, regalò a tutti i componenti della rosa un orologio”.

Uno dei tuoi più indiscussi sostenitori in Italia è stato mister Roberto Mancini. 

“È vero: sono andato a trovare Mancini a Manchester per realizzare con lui un’intervista. Gli ho fatto i complimenti per quello che sta facendo e l’ho ancora una volta ringraziato perché è stato lui a volermi all’Inter così come prima avrebbe voluto portarmi alla Lazio: non finirò mai di ringraziare il Mancio per questo opportunità che mi ha dato”.

Olivier, quale sarà il tuo futuro? 

“Quello che faccio ora mi piace: non penso che ritornerò a occupare un ruolo nel mondo del calcio. La televisione mi piace e anzi sto frequentano un master per migliorare sempre più”.

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