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Dai 5 gol all’esordio (nel '20) al rigore parato a Napoli: Ravaglia non è un semplice vice
Più di un semplice vice. Federico Ravaglia sembrava destinato a inizio stagione a vivere all’ombra di Lukasz Skorupski con il solo miglioramento da terzo a secondo portiere, una promozione arrivata in estate con la cessione di Bardi alla Reggiana. E invece il tecnico Thiago Motta ha visto in lui qualcosa in più affidandogli le chiavi della porta in Coppa Italia e per cinque volte anche in campionato senza che il titolare polacco fosse indisponibile per squalifica o infortunio.
Una scelta che la prima volta, in casa contro la Roma a metà dicembre, sorprese tutti, ma si rivelò vincente con il classe ‘99 che tenne inviolata la porta nel 2-0 per il Bologna. Poi altre quattro gare in Serie A, e due in Coppa Italia, in cui sono arrivati ben cinque clean sheet e appena due reti al passivo. Con due gare da ricordare: contro l’Inter in Coppa Italia e contro il Napoli, l’ultima, in campionato. Due gare legate fra loro dalla neutralizzazione di un calcio di rigore – quello di Lautaro Martinez e quello di Matteo Politano – capace di tenere a galla i suoi e mettere un mattone sulla vittoria finale.
Sono lontani i tempi in cui, stagione 2020/21, il ragazzo cresciuto nel vivaio felsineo esordiva in Serie A sostituendo Skorupski e Da Costa non al meglio, proprio contro una Roma che gli rifilò cinque reti. Una presenza, che anche per via di diversi prestiti in Serie C e B, a cui fecero seguito poi nella stessa stagione altre tre gare non memorabili (contro Inter, Genoa ed Hellas), prima di una lunghissima serie di panchine interrotta proprio lo scorso dicembre in cui si ritrovò titolare contro la Roma a distanza di tre anni.
Una scelta che la prima volta, in casa contro la Roma a metà dicembre, sorprese tutti, ma si rivelò vincente con il classe ‘99 che tenne inviolata la porta nel 2-0 per il Bologna. Poi altre quattro gare in Serie A, e due in Coppa Italia, in cui sono arrivati ben cinque clean sheet e appena due reti al passivo. Con due gare da ricordare: contro l’Inter in Coppa Italia e contro il Napoli, l’ultima, in campionato. Due gare legate fra loro dalla neutralizzazione di un calcio di rigore – quello di Lautaro Martinez e quello di Matteo Politano – capace di tenere a galla i suoi e mettere un mattone sulla vittoria finale.
Sono lontani i tempi in cui, stagione 2020/21, il ragazzo cresciuto nel vivaio felsineo esordiva in Serie A sostituendo Skorupski e Da Costa non al meglio, proprio contro una Roma che gli rifilò cinque reti. Una presenza, che anche per via di diversi prestiti in Serie C e B, a cui fecero seguito poi nella stessa stagione altre tre gare non memorabili (contro Inter, Genoa ed Hellas), prima di una lunghissima serie di panchine interrotta proprio lo scorso dicembre in cui si ritrovò titolare contro la Roma a distanza di tre anni.
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