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Moby Dick – Juventus, ora bisogna vincere nel minor tempo possibile lo scudetto. Poi occorrerà investire su di un grande bomber per imporsi anche in Europa
mercoledì 6 aprile 2016, 06:35Il punto
di Alvise Cagnazzo
per Tuttojuve.com

Moby Dick – Juventus, ora bisogna vincere nel minor tempo possibile lo scudetto. Poi occorrerà investire su di un grande bomber per imporsi anche in Europa

Editorialista del mensile "Calcio 2000", collaboratore de "Il Riformista"e del tabloid "The Sun". Vincitore del premio "Miglior giornalista di Puglia". Autore delle biografie di Montero e Conte

La sceneggiata partenopea di Gonzalo Higuain, degna di quelle che resero celebre la figura di Eduardo De Filippo, uno dei più grandi commediografi teatrali che la storia culturale del nostro paese possa ricordare, ha  forse chiuso in leggero anticipo la rincorsa del Napoli verso lo scudetto. Le mani addosso all’arbitro, i pugni sulle braccia dei compagni intenti a trattenerlo, gli insulti a Felipe, rimasto a terra dopo un contrasto di gioco, potrebbero rappresentare il più grande rimpianto per il Napoli di Sarri qualora il proseguo del campionato non riuscisse ad offrire comodi arenili sui quali far spiaggiare la balena bianconera chiamata Juventus. L’ennesima vittoria di giustezza, l’ennesimo uno a zero confezionato nel bel mezzo di una solidità difensiva d’altri tempi, hanno dunque consentito alla Juventus di sfruttare appieno la sconfitta esterna del Napoli. Piombato a meno sei in classifica a sole sette giornate dal termine della stagione.

In quella reazione sconsiderata di Higuain si è dunque palesata un’incapacità di reggere un certo tipo di pressione per molti mesi, trascorsi dapprima a spingere la formazione guidata da Allegri nei bassifondi della classifica e successivamente a cercare di schivare i colpi, mortiferi, di una squadra trasformata nell’orgoglio e nel gioco dopo la strigliata di Gianluigi Buffon dopo la clamorosa sconfitta di Sassuolo. Da quel momento la Juventus ha avuto un incedere fermo e deciso, collezionato punti ed infrangendo record sino a quel momento classificati come utopistici. Ad una manciata di giornate dalla fine del campionato il primato solitario a sei lunghezze dall’unica inseguitrice non deve però generare facili entusiasmi. La storia, in fondo, insegna a non abbassare mai la guardia. Dalle parti di Torino resta vivo nella memoria il ricordo di uno scudetto praticamente già conquistato e perso con nove punti di vantaggio a sei giornate dalla fine.

Abbandonando facili entusiasmi, occorrerà dunque caricare l’ottimismo nell’angusto bagaglio di quella splendida cinquecento chiamata Juventus, cercando di chiudere nel più breve tempo possibile il discorso scudetto. Il rinnovo di Allegri sino al giugno del 2018 con opzione, da esercitare entro il mese di dicembre del 2017, di un ulteriore prolungamento di altri dodici mesi, non è in discussione. Così come la necessità dell’intero staff dirigenziale di apportare quei miglioramenti necessari per rendere meno ingombrante il timore di non poter competere, perlomeno ad armi pari, con le formazioni più blasonate d’Europa in Coppa dei Campioni. Per vincere, o almeno per farlo non soltanto in Italia, come capita da oramai cinque anni, occorrerà investire su di un organico già di per sé forte ma non ancora in grado di poter reggere il confronto con le principale formazioni europee. La grande solidità difensiva è un punto di partenza di assoluto valore, per carità.

Al termine di questo campionato bisognerà però rimpiazzare Cacères, sul cui mancato rinnovo pendono numerosi dubbi legati alla tenuta fisica del giocatore, e trovare una valida alternativa a Chiellini, spesso e volentieri costretto a fastidiosi stop preventivi a causa di problemi fisici al polpaccio. In attacco, confermato Dybala, occorrerà affiancare a Mandzukic un attaccante in grado di non far rimpiangere la probabile partenza di Morata. Il Real Madrid è intenzionato a riscattare il giocatore, successivamente destinato ad una triangolazione di mercato che potrebbe portare Lewandoski in Spagna. A Torino, invece, salvo clamorosi ripensamenti, dovrebbe arrivare Cavani…

CHI E' ALVISE CAGNAZZO - Alvise Cagnazzo (1987) è nato a Bergamo e vive a Bari. Giornalista, scrittore, autore e conduttore televisivo, è il più giovane vincitore del premio “Miglior giornalista di Puglia” sezione carta stampata -sport, istituito dall’Odg. È autore dei libri “Tutti zitti, parlano loro”, (2007), “Semplicemente Rafa” (2010) e, “Montero, l’ultimo Guerriero (2010) e, sempre per Bradipolibri, "Antonio Conte, l'ultimo gladiatore" (2011). Ha collaborato con Carlo Nesti. Ha condotto, per centosessantaquattro puntate, il programma televisivo “Parliamo di calcio”, in onda su Rtg Puglia in prima serata. È firma di Calcio2000, mensile nazionale e internazionale fondato da Marino Bartoletti, diffuso in trentadue paesi. Collabora con l tabloid "The Sun". Collabora con il giornale “Puglia”, fondato da Mario Gismondi, ex direttore del “Corriere dello Sport”. Collabora con “Il Riformista”. Editorialista per “Tuttojuve.com con la rubrica Moby Dick”. Ha partecipato come opinionista tv a “Quelli che il calcio” su Rai 2 e “La giostra dei Gol” su Rai International.

I VIDEO DI ALVISE CAGNAZZO

http://www.youtube.com/user/wlarai?feature=results_main