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Marc Vivien Foe, crollato due decenni fa a Lione. Morto in campo contro la Colombia
Il 26 giugno del 2003, alla Gerland di Lione, si gioca Camerun-Colombia. È la Confederations Cup, al centro del campo per gli africani c'è Marc Vivien Foe, vent'otto anni. Fisico di ferro, un mediano vecchio stampo come potrebbe essere Desailly, capace di segnare molti gol. L'ultimo di Maine Road, per dire: il vecchio stadio del Manchester City, demolito una ventina di anni fa, quando il glamour degli sceicchi - e di Guardiola - era ancora molto lontano dal tramutarsi in realtà. Alla Gerland era di casa, perché aveva giocato per anni all'Olympique Lione, riuscendo a vincere il primo campionato del club, oltre alla sua esperienza al West Ham.
Foe era sempre titolare nelle partite importanti. Lo era, appunto, anche contro la Colombia, nella caldissima Lione. Stacco di testa per contrastare Ivan Ramiro Cordoba, che poi diventerà una colonna dell'Inter, e il crollo a terra con il pallone lontano. Non ci sono le telecamere addosso ma, come per Morosini, il defibrillatore a bordo campo è solamente un'ipotesi. Non si può sapere se sarebbe stato salvato o meno, anche se il medico della FIFA dirà, più avanti: "Per quarantacinque minuti abbiamo tentato la rianimazione cardiaca. Purtroppo non è stato sufficiente".
Foe esce in barella, senza la sensazione che si possa svegliare. Lo spettacolo deve andare avanti e il Camerun vince 1-0 in dieci contro undici. Il procuratore della Repubblica di Lione spiegherà: "Il giocatore soffriva di una cardio-miopatia ipertrofica del ventricolo sinistro probabilmente congenita, quasi impossibile da individuare senza un esame approfondito". Nell'altra semifinale, fra Francia e Turchia, il portiere Coupet si mette a piangere. Oggi Marc Vivien Foe compirebbe 49 anni.
Foe era sempre titolare nelle partite importanti. Lo era, appunto, anche contro la Colombia, nella caldissima Lione. Stacco di testa per contrastare Ivan Ramiro Cordoba, che poi diventerà una colonna dell'Inter, e il crollo a terra con il pallone lontano. Non ci sono le telecamere addosso ma, come per Morosini, il defibrillatore a bordo campo è solamente un'ipotesi. Non si può sapere se sarebbe stato salvato o meno, anche se il medico della FIFA dirà, più avanti: "Per quarantacinque minuti abbiamo tentato la rianimazione cardiaca. Purtroppo non è stato sufficiente".
Foe esce in barella, senza la sensazione che si possa svegliare. Lo spettacolo deve andare avanti e il Camerun vince 1-0 in dieci contro undici. Il procuratore della Repubblica di Lione spiegherà: "Il giocatore soffriva di una cardio-miopatia ipertrofica del ventricolo sinistro probabilmente congenita, quasi impossibile da individuare senza un esame approfondito". Nell'altra semifinale, fra Francia e Turchia, il portiere Coupet si mette a piangere. Oggi Marc Vivien Foe compirebbe 49 anni.
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