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Panchine e atteseTUTTO mercato WEB
© foto di Federico De Luca
venerdì 3 maggio 2024, 08:00Editoriale
di Luca Marchetti

Panchine e attese

Il fatto che ci sia tempo ancora per poter programmare la stagione spinge naturalmente le società che lo stanno cercando a prendersi il tempo per non sbagliare la scelta. Altrimenti si rischia di fare come il Bayern, una delle società più serie ed importanti a livello mondiale, che pensava di aver preso la guida tecnica per il prossimo anno e invece, per due volte, si è trovata di fronte a un no. O per meglio dire a un cortese rifiuto. Prima Nagelsmann che ha rinnovato con la Nazionale tedesca. Ora Rangnick, che rimane alla guida della nazionale austriaca. O il Bayern non ha più l’appeal di una volta o la vita in nazionale deve essere più comoda di quella di un club. Fatto sta che i bavaresi ora sono di nuovo alla ricerca e a livello mediatico questa situazione non li ha aiutati. Spesso sono presi ad esempio per la programmazione e il rigore (anche economico) con cui affrontano le stagioni, in questo caso assomigliano di più ai nostri club italiani.
Che ormai da settimane lasciano parlare tutti delle loro scelte sulla panchina, ma che invece ancora non sono mature per l’annunciazione. A partire dalla Juve che ha vissuto un anno con Allegri di fatto sotto attacco e che ancora può giocarsi un trofeo. Il destino di Allegri è segnato a prescindere: il futuro ha la sagoma di Tiago Motta, ma ancora non è a fuoco. Sia perché la stagione è in corso, sia perché ancora una scelta Motta non l’ha fatta. E anche il fatto che possa rimanere a Bologna, seppure in forma residuale, bisogna comunque tenerlo in considerazione. Però - obiettivamente - tanti dubbi in casa bianconera non ci sono. I dubbi sono altrove, fra le grandi.
Napoli e Milan ancora non hanno sciolto le proprie riserve. Di sicuro cambieranno allenatore. E se da una parte il numero dei papabili rimane sempre lo stesso, dall’altra non c’è ancora una rosa ben definita: ma “semplicemente” un’identikit.
I 4 del Napoli sono noti ormai a tutti: Conte, Gasperini, Pioli e Italiano. Non naturalmente in ordine di preferenza. Anzi se proprio dovessimo fare le quote per i bookmakers, ne consiglieremmo la più bassa per Pioli. Per una serie di considerazioni: non ha bisogno che venga stravolta la rosa, ha dimostrato di saper lavorare in piazze complicate (e in momenti difficili), ha sempre avuto una comunicazione decisa ma quasi mai di rottura, ha saputo costruire un ciclo al Milan guardando anche alle esigenze societarie. Gasperini al momento rimane il più lontano: intanto perché è in corsa per tutto e quindi è difficile distrarlo o tentarlo e poi perché l’Atalanta difficilmente lo lascerà andare, soprattutto se dovesse davvero arrivare un trofeo. Conte a livello professionale non si discute: quello che in questo momento non convince De Laurentiis fino in fondo è la possibile incompatibilità caratteriale. Ed è un tema da prendere in considerazione. Mentre Italiano resiste sempre perché è un allenatore che al presidente è sempre piaciuto e non è mai passato di moda.
E il Milan? Di nomi ne sono circolati tanti. Lopetegui aveva passato i primi step ma si è fermato al momento decisivo. E ora è come se si dovesse ripartire da capo. Le candidature non mancano e fra queste c’è certamente Fonseca. Tiago Motta è sempre piaciuto. De Zerbi potrebbe essere affascinante riportarlo in Italia. Ma per il momento nessuno ha fatto lo scatto decisivo. Nessuno ha messo la freccia. E le valutazioni sono aperte. Ma l’identikit (profilo internazionale, capace di valorizzare i giovane, proposta moderna, in grado di poter condividere la strategia con la società) è sempre quello. E sempre di quello bisognerà tenere conto