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tmw / livorno / Calcio
Primavera. La stagione in dieci punti
venerdì 29 maggio 2015, 19:16Calcio
di Nicola Marra
per Amaranta.it

Primavera. La stagione in dieci punti

Livorno – I dati statistici nel calcio sono importanti, ma per offrire una vera analisi di ciò che è stato quest’anno di primavera, oltre ai numeri, servono le parole. Le parole di chi l’ha vissuta giorno dopo giorno sul campo dal ritiro estivo al centro Coni fino all’ultima fatica di Latina. È stato un campionato strano, quello della Primavera amaranto. Così possiamo riassumerlo. Cominciato fra lo scetticismo generale degli addetti ai lavori, secondo cui l’annata ’95 (quella che in estate era passata fra i grandi, ndr) era una delle migliori di sempre, alla fine l’ottavo posto, i trentacinque punti, sono apparsi come un rimpianto. Perché sì, questa squadra poteva fare di più, se solo fosse stata aiutata un po’ di più, e se determinate cose fossero andate un po’ meglio. Sono molti i punti interessanti da trattare, analizziamo le cose positive, e quelle negative.

Iniziamo col dire cosa ci è piaciuto.

Affiatamento. La squadra ha mostrato un bell’affiatamento, molti ragazzi si conoscono da tanto tempo, e le loro amicizie vanno al di là del terreno di gioco. Tutto questo ha generato una bella armonia attorno allo spogliatoio che ha permesso anche ai nuovi arrivati di inserirsi con più facilità.

Gioco. Purtroppo il gioco va affrontato in entrambe le sezioni. Qua ci piace parlare di quello brillante del girone d’andata, dove la squadra costruiva delle bellissime azioni che portavano ai gol. Sovrapposizioni, verticalizzazioni e movimenti senza palla erano il fiore all’occhiello di una tattica precisa e studiata. Ne sa qualcosa Morelli che con le sue cavalcate e le sponde di Favilli è arrivato al gol ben sei volte fra campionato, coppa e amichevoli.

Amaranto in azzurro. Non capita tutti gli anni di poter avere due ragazzi della primavera in nazionale. Si tratta dei già citati Andrea Favilli, convocato per la prima volta sul finale del girone di andata (proprio poco prima che partisse per Torino, ndr) e Gabriele Morelli, che sul finale di stagione  è stato chiamato dal Ct dell’Under-19 Pane per uno stage a Coverciano. Una convocazione che merita la grande stagione di entrambi.

Impegno. Anche nei momenti più bui della stagione , l’impegno non è mai mancato. I ragazzi hanno sempre dato tutto, lottando fino alla fine, sebbene per quasi tutto il girone di ritorno questo sia servito a poco.

I singoli. A livello di singoli, alcuni ragazzi si sono messi in luce in questa stagione. Tutti avranno sentito parlare di Ricci e Favilli, i due big ceduti a gennaio, ma anche altri hanno disputato un’ottima annata. Dal già menzionato Morelli, passando per Borselli, vero leader del centrocampo, Bartolini, che dopo un avvio al di sotto delle sue capacità ha brillato nel finale di stagione decidendo varie gare con le sue giocate, Simonetti, che come nella passata stagione ha dimostrato di essere un centrocampista col vizio del gol, e aggiungerei pure Testa, arrivato a gennaio dagli allievi, ma divenuto subito protagonista con la sua personalità. Sentiremo parlare di questo ragazzo.

Cosa invece non ci è piaciuto.

Gioco. Come detto, oltre al gioco brillante del girone d’andata, bisogna sottolineare anche quello macchinoso del ritorno. La squadra spesso non è riuscita a ripetersi, offrendo prestazioni al di sotto delle proprie capacità. Un calo era preventivabile, ma certamente nessuno si aspettava potesse essere così grosso.

Portiere. Quando ti capita di avere in formazione tanti bei giocatori, per l’allenatore è sempre un lusso. Un po’ meno lo è quando ad essere tutti forti sono i portieri, visto che difficilmente il ruolo è intercambiabile. Ma a Gelain prima e a Bruni poi, è stata risparmiata la fatica di prendere la fatidica decisione di chi schierare titolare fra Cipriani e Cirelli, visto che il primo è stato sempre chiamato in prima squadra. Un’annata passa in tribuna, in cui il minutaggio concesso in primavera è stato assai misero. Pure il Catania ha vissuto una situazione simile, ma è stata capace di gestirla in modo migliore, alternando come terzo portiere dei grandi (che comunque spesso faceva panchina e non tribuna come qua, ndr) i due estremi difensori della primavera.

Allenatore. Certo, questa è una “critica” fine a sé stessa. La primavera, sebbene per chi ne faccia parte rappresenti qualcosa di importante, sarà sempre giustamente subordinata alla prima squadra. Ma stravolgere lo staff portando Gelain in prima squadra, ha certamente destabilizzato l’ambiente. Il mister aveva creato un gruppo solido che gli voleva bene, e per Bruni, persona assai differente dal suo predecessore, subentrare in questa situazione non è stato certamente facile. Oltretutto si veda com’è andata a finire con Gelain in prima squadra.. Si poteva gestire meglio certamente la situazione tecnico.

Mercato. Vale un po’ lo stesso discorso dell’allenatore. Il mercato in primavera lo fanno solo gli squadroni, e certe volte non basta neanche come dimostra la Juve che spende più della prima squadra del Livorno per non centrare neanche le final eight. Tuttavia, qualcosa di meglio si poteva fare. Ricci, dopo un alternarsi continuo fra prima squadra e primavera, ha avuto l’occasione della D e non l’ha buttata via, così come Favilli che, ovviamente, non poteva dire di no alla Juventus. Due cessioni importanti, non rimpiazzate da sostituiti validi. Non tanto qualitativamente, visto che non era facile trovare un altro Favilli, ma numericamente. Alla squadra è mancato nel girone di ritorno una prima punta di spessore, come sarebbe potuto essere Mariani che però era stato già ceduto all’Arezzo testimoniando quanto il mercato sia stato fatto alla giornata e non sotto programmazione (difficile comunque pensare che la Juve potesse piombare su Favilli, ndr). È salito Testa dagli allievi, ma le sue caratteristiche non sono certamente quelle di una prima punta. Stesso discorso per quanto riguarda il mercato in entrata. Sono infatti arrivati tre calciatori: Bengala, Gori e Capitani, di cui forse solo il primo ha dato un minimo contributo alla squadra. Due centrocampisti centrali e un trequartista/seconda punta, sono andati a rinfoltire reparti già numericamente abbondanti. Infatti, in mezzo al campo, la squadra poteva contare su Borselli, Albamonte, Simonetti, Nigiotti e Bartorelli, mentre in fase offensiva oltre a Bartolini c’erano Auteri e Servi, oltre ai meno utilizzati Parente e Pierini. Il responso è stato assai negativo. Bengala, che doveva essere il colpo del mercato (classe ’98 con già 14 presenze in Lega Pro), ha necessitato di molto tempo per ambientarsi, e quando si è visto un leggero miglioramento, il campionato è finito. Gori ha disputato tre gare, senza mai far capire poiché la società lo preferisse a chi già c’era (che come detto non era affatto male, ndr), mentre Capitani non ha mai visto il campo.

Torneo di Viareggio. Altra grande delusione. Il girone degli amaranto era più che abbordabile, si poteva e si doveva fare meglio. Dopo aver incredibilmente pareggiato la gara di La Spezia, e battuto il Benevento in casa come da pronostico, presentarsi a Genova nel modo in cui lo ha fatto il Livorno è stato incredibile. La squadra ha giocato forse la peggior partita dell’anno, venendo sconfitta 2-0 da una squadra che ha poi chiuso quasi in fondo il proprio girone. C’è da dire comunque che il flop del Viareggio va al di là della squadra Livorno, con un’organizzazione scadente fra campi impraticabili per il meteo, partite troppo ravvicinate e città ospitanti che con Viareggio hanno ben poco in comune (Genova e Bari per fare un esempio, ndr).