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Torres-Cerci, la ricostruzione della spy story tra alleanze e minacce. Cifre, suddivisioni di pagamenti e dettagli degli ingaggi dei due giocatoriTUTTO mercato WEB
lunedì 29 dicembre 2014, 00:00Editoriale
di Pietro Mazzara
per Milannews.it

Torres-Cerci, la ricostruzione della spy story tra alleanze e minacce. Cifre, suddivisioni di pagamenti e dettagli degli ingaggi dei due giocatori

Giornalista pubblicista, a MilanNews.it dal 2009, prima firma del sito. Corrispondente e radiocronista per Radio Sportiva. Collaboratore di Tuttosport. Inviato al seguito della squadra. Ha collaborato con Sportitalia e Milan Channel

Ad Adriano Galliani si può dire quello che si vuole ma quando compie operazioni di mercato come quella che ha visto coinvolti Alessio Cerci e Fernando Torres, beh, c’è da tirarsi giù il cappello. Già lo so che in molti, soprattutto sui social, mi potrebbero dire che l’ad rossonero ha fatto degli errori di valutazione negli anni passati, che avrebbero preferito il ritorno di Taarabt e scegliere altri argomenti, comunque validi, per contraddirmi ma, in maniera onesta, bisogna prendere in considerazione quelli che sono i fatti. Lo scambio Torres-Cerci nasce, nella mente di Galliani, dopo un colloquio avuto con Filippo Inzaghi nei giorni successivi al derby con l’Inter. In quell’occasione, davanti agli occhi di tutto il mondo, il Niño aveva fallito la sua ennesima chance dal primo minuto. Inzaghi aveva capito che negli occhi dell’ex Chelsea non c’era più quella luce che, invece, sperava di fargli tornare dandogli fiducia. Quello sguardo da torero che si è visto solo una volta, ad Empoli, per poi perdersi nel buio di un’involuzione tecnica e mentale preoccupante. Il Milan ha provato a dargli una nuova possibilità ma lui, colpito anche da un problema alla caviglia, non è riuscito a coglierla. Tutti questi elementi hanno partorito la scelta, da parte dell’allenatore, di rinunciare a Torres e qui scatta l’operazione che vede coinvolto Galliani, abile tessitore di una tela che solamente chi ha anni di trattative e di buoni rapporti sa costruire.

I malumori di Cerci, in quel di Madrid, erano abbastanza evidenti. Le tante panchine riservategli da Simeone non gli sono andate giù e da qui nasce, in lui, la volontà di andare via. L’Inter, con l’arrivo di Mancini, si muove decisa con l’entourage del giocatore (che negli ambienti madrileni veniva chiamato “Cassano due”). Una volta trovata l’intesa di massima con il ragazzo, ecco che Ausilio ha iniziato a muoversi con l’Atletico ma i colchoneros hanno subito messo in chiaro le cose: 1) Cerci parte solo se arriviamo a Shaqiri. 2) Non ci è piaciuto il vostro atteggiamento essendo andati prima dal giocatore e poi, in secondo luogo, con noi. Occhio, perché il secondo punto è fondamentale nello sviluppo della vicenda. Mentre l’Inter si sente sicura di avere in mano Cerci, Galliani propone a Manuel Angel Gil, vice presidente esecutivo dell’Atletico, lo scambio con Torres. Negli stessi giorni, in gran segreto, sempre Galliani chiudeva con il Chelsea l’acquisizione, a titolo definitivo, dello spagnolo, fatto reso noto solo nella giornata di sabato. È un intrigo di mercato vero, che si arricchisce di un altro tassello. Diego Pablo Simeone, che all’Inter consideravano come un loro alleato per convincere Cerci a sposare i nerazzurri, avalla il ritorno di Torres, vedendolo come il vice Mandzukic ideale. Da qui, in avanti, Milan e Atletico vanno a braccetto fino alla definizione dell’accordo tra le due società. E l’Inter? Spiazzata, allarmata, infastidita e anche imbarazzata perché nei contatti avuti successivamente con l’Atletico, i toni si inaspriscono. Le offerte nerazzurre vengono rispedite indietro con fermezza dalla dirigenza dei colchoneros che, ormai, ha solo il Milan come interlocutore e, forte di questo asse, minaccia l’Inter di denunciarla alla FIFA. Le scuse di Fassone, poi pongono fine a tutto ma Mancini (e Thohir) non la prendono bene.

I due giocatori, invece, hanno due reazioni diverse. Torres accetta subito il ritorno a casa mentre Cerci, che aveva un principio d’accordo con l’Inter, chiede qualche ora in più per scegliere. Ma Milan e Atletico hanno fretta di chiudere e così, sabato mattina, ecco arrivare il sì del giocatore che arriva alla corte di Inzaghi con sei mesi di ritardo ma voglioso di fare bene. I nodi relativi ai contratti dei due giocatori hanno occupato molto spazio nelle cronache delle ultime ore. Alla fine, dopo qualche telefonata, siamo riusciti a ricostruire uno scenario più che verosimile: Torres, che guadagna 4 milioni di euro, si vedrà pagato il suo ingaggio dal Milan (circa il 55%) con la restante percentuale a carico dell’Atletico. Dall’anno prossimo, invece, l’ingaggio di Torres sarà a carico a metà tra l’Atletico e di un fondo d’investimento. Lo stipendio di Cerci (2.2 milioni), invece, sarà a carico del Milan con un lieve incentivo che lo porterà a prendere 2.5.

Il mercato del Milan inizia così, adesso ci sarà tutto il mese di gennaio per metter a posto la rosa. Buon 2015 a tutti.